Cera una volta Lemmy. Figura leggendaria del rock duro, da quarantanni si aggira per i palcoscenici di tutto il mondo presentando le sue tonanti creature musicali. Stasera sarà allippodromo delle Capannelle per «Rock in Roma», naturalmente con i Motörhead, gruppo istituzione del rock nonché fonte di ispirazione per Metallica, Slayer, Sepultura e tanti altri gruppi della scena metal. Inconfondibile con i suoi baffoni, i nei, il cappellaccio da cowboy e gli stivali, Lemmy Kilmister a 64 anni continua ad alimentare la sua leggenda. Suo marchio di fabbrica è il particolare modo di suonare il basso, trattato come fosse una chitarra e amplificato al massimo, in modo da produrre un micidiale tappeto ritmico di fondo. Altrettanto celebre la voce roca, cupa e rabbiosa che rende riconoscibile qualsiasi brano dei Motörhead. Il loro successo più grande resta «Ace of spades» del 1981, inno rock che non può mancare in ogni compilation che si rispetti. Altra pietra miliare il disco live «No sleep til Hammersmith», registrato a Londra e finito al numero uno delle classifiche inglesi. Il loro ruolo nellevoluzione della musica rock è fondamentale.
Liberi da vincoli (spesso le loro proposte sono state rifiutate dalle case discografiche), ricchi di creatività e rivoluzionari, in circa 5 anni, dal 1977 al 1982, hanno stravolto il modo di suonare e di intendere il rock. Tutto ciò che facevano era più veloce, più rumoroso e più destabilizzante di qualsiasi cosa si fosse ascoltata prima. Il carisma di Lemmy e la sua capacità di far emergere melodie cantabili dal fragore del trio fecero il resto.
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