L'Inter sorride sotto i baffi che Leonardo non ha. Il pari del Milan è un bel sollievo, la trasferta a Bari l'occasione da non perdere. «Non è ancora ora di fare conti mancano troppe partite, la cosa migliore è affrontarle una per una», dice Leo che forse ha preso appunti dopo il pronostico di Allegri («Vinciamo undici partite ed è scudetto) che non ha portato fortuna. Intanto l'Inter fa altro tipo di conti con la fortuna: il problema infortuni si fa pesante. Lucio e Stankovic, Mariga sono fermi. Cambiasso è convocato ma se gioca rischia. Sneijder è stato appena recuperato. Cordoba ha bisogno di un po' di tempo in più per recuperare con tranquillità. C'è la probabilità che il tecnico nerazzurro decida di schierare contemporaneamente tutti i nuovi acquisti. Ranocchia centrale difensivo accanto a Chivu, visto che Cordoba è ancora infortunato, Nagatomo, l'ultimo della pattuglia di acquisti del mercato invernale, e la conferma di Kharja a centrocampo e Pazzini davanti con Eto'o.
Il tecnico brasiliano comunque non si aspetta di andare a fare una passeggiata: «Il Bari - dice - si è rinforzato nel mercato e comunque merita molto più dei punti che ha finora ottenuto. Dovremo stare attenti anche perchè ci aspetta un grande pubblico e una squadra ansiosa di riscattarsi».
Sul campionato dell'Inter, il tecnico dice: «Questa squadra doveva giocare per vincere, lo ha fatto e questa è la cosa importante. Siamo rientrati nel gruppo e la lotta è tra tante squadre». Leonardo si sofferma anche su un altro nuovo volto nerazzurro, Nagatomo: «Il Giappone è cresciuto tanto, io ho giocato lì dal '94 al '96 e l'ho seguito sempre, la crescita è evidente basta guardare la Coppa d'Asia dove vince in maniera convincente. Nagatomo ha grandi qualità, si mette a disposizione, è arrivato in una grande squadra e ha una grande opportunità. Il mercato dell'Inter? Credo che noi abbiamo trovato quello che cercavamo e questa è una cosa difficile». Ieri si è presentato un altro nuovo acquisto. Una decennale carriera in Italia, quando era poco più che adolescente e partendo in serie B con cinque anni di Ternana, hanno dato a Houssine Kharja una notevole esperienza del calcio italiano. A 28 anni suonati il centrocampista marocchino nato in Francia si è trovato catapultato nella squadra campione di tutto. «Sono molto ambizioso - dice di sè stesso - ho voglia di giocarmi le mie carte. Rispetto alla prima esperienza importante in Italia, quella a Roma, sono molto cresciuto e conosco molto bene il calcio italiano. Proverò a mettere in difficoltà Leonardo».
Kharja era un tifoso di Leonardo fin da bambino quando da raccattapalle ammirava a bordo campo il fuoriclasse brasiliano che giocava nel Paris St.Germain nel campionato 1996-97. «È un sogno averlo adesso come allenatore». Kharja nasce come centrocampista centrale, ma il ruolo che preferisce è quello del trequartista dove ha più occasioni per assist e gol.
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