Alla fine - non so se l’ultima schermaglia, lunedì sera, si sia sentita in tivù - gli ho detto: «Gad, ma tu hai ossessioni sessuali!». E Gad Lerner mi ha risposto: «Mi auguro che le abbia ancora a lungo anche tu!». Boh?! Forse ritiene le ossessioni sessuali una buona terapia contro l’insenescenza.
Vabbè. Sapete tutti bene, come lo so io, che L’Infedele, l’intrigante programma de La7 al lunedì sera, è la nicchia, il rifugio, il luogo di raccolta di tutti i falsi moralisti, inquisitori, pregiustizialisti, oltranzisti, post e neocomunisti, ecc, di questo infelice e tormentato Paese. Affinché ci sia un impari confronto, l’astuto Gad invita chi invece (ad esempio, uno come me) si infischia assolutamente di bacchettoni senza confini e gli lesina le repliche. Esattamente come un suo giocondo partner, Massimo Giletti alla domenica su Raiuno, con ottima conoscenza del mestiere Gad Lerner (perciò lo stimo, e capisco anche Giletti a cui regalai il format L’Arena, anni fa) con l’occhio sinistro depreca, moralizza, condanna, esecra... e con la mano destra manda in onda i pezzi più scabrosi, montati ad arte, e ci sguazza con visibile voluttuosità dentro, ben sapendo che si tratta di un menu, condito dall’inevitabile scontro tra gli ospiti, utile per gli ascolti: a cui nessuno rinuncia, neanche i falsi moralisti.
All’inizio della trasmissione, che sembrava, solo sembrava, dedicata a Marrazzo e ai suoi trans, ho cercato subito di sdrammatizzare: «Vi pare giusto che per quattro ragazze e un trans si mettano in gioco i destini della politica italiana? A Berlusconi piacciono le ragazze, a Marrazzo - sappiamo ora - piacciono i trans. Dov’è il problema?». Non ho avuto il tempo di concludere pacatamente: il problema, volevo dire, sta nel capire se ci siano scorrettezze politiche, solo questo. Sulle trombate, che piacciono quasi a tutti, e sui trans, sempre più popolari, facciamoci una risata. Macché. Da Marrazzo, falso scopo, (ovviamente) il programma è diventato l’ennesimo atto di accusa verso Berlusconi sulla base di una fissazione di Gad: la difesa del corpo delle donne. Ovvero: compravendita della carne delle donne, la pessima tivù, le abitudini scostumate dei politici, ecc...
Ammesso (e non concesso, solo per brevità) che la premessa della discussione fosse corretta, ho cercato varie volte di porre la domanda, per me finale: «A chi tocca stabilire che cosa sia decente o no, che cosa debba indignare l’opinione pubblica, o no? Ricostituiamo organismi di censura affidati a Lerner». Volevo provarci, anche in risposta a due esilaranti momenti: 1. Un attacco preventivo, una censura pregiudiziale alla mia pièce teatrale, comica, «La Berlusconeide», in scena da ieri a Roma, giudicata «agghiacciante» e «indecente» da Gad Lerner, dalla giornalista Ida Dominijanni e da una bellissima poetessa libanese, peraltro esperta di erotismo: ancor prima di essere vista! 2. Una sciabolata a sangue freddo al professor Marco Gasparotti - che non si era reso conto, subito, dell’agguato -, reo di aver detto che la tendenza estetica della figura femminile oggi non è più quella di un corpo burroso, ma di un corpo maschile androgino, con seni importanti. Ma che colpa può averne, un grande chirurgo, se la moda corre su questi percorsi? E se, da professionista, non dovrebbe attenersi alla realtà? Dovrebbe tacere? Oppure seguire i desideri (ossessivi, compulsivi) e le sentenze sul corpo delle donne affidate all’Infedele?
Ripeto: a chi tocca stabilire cosa sia giusto o no? Non sono previste, non bastano le leggi? Perché questo accanimento? Nessuna risposta.
Certo Gad Lerner ha il diritto di definirmi agghiacciante. Così come io ho il diritto di considerarlo un bel bacchettone, un pericoloso censore. Con questa differenza: che io, benché criticato, lo considero libero di dire le cose buone e le sciocchezze retoriche che voglia; mentre lui (gli ho posto apposta la domanda-trabocchetto), se potesse, sarebbe felice di eliminare i miei programmi, chiudere la bocca a Gasparotti e, presumo, visto che non soffro di vittimismi, a tutti coloro che non si accodino alla sua temibile etica di vita. Quando Gad mi ha detto gioiosamente che mi sopprimerebbe, confesso di aver avuto un certo disagio: ecco l’intolleranza che ci aspetterebbe, se vivessimo in un Paese guidato con questo spirito etico assolutamente illiberale.
Altra riflessione non raccolta, durante l’estenuante insistenza sulle abitudini di Berlusconi (con qualche lampo, solo qualche lampo, su Marrazzo). Ho cercato di dire: va bene la compravendita del corpo delle donne, il Potere che gioca con il corpo delle donne! Siamo liberali e tolleranti: non roviniamo il filone ossessivo, che sta a cuore a Gad! Ma la compravendita del Potere fondata sui voti della malavita, o sugli interessi delle banche, o sul prezzo del petrolio e della benzina, o sui giochetti dell’alta finanza, eccetera eccetera (la lista è lunga) non meriterebbe una maggior attenzione? Anziché spiare morbosamente da ogni buco della serratura?
Infine, spero che a qualche lettore possa interessare ciò che penso sugli estenuanti casi sessual-politici (destinati ad aumentare, se le voci su Internet hanno qualche attendibilità). È molto semplice e riassumo in tre punti. Il primo: tutti, dal Papa al presidente della Repubblica e del Consiglio e della Regione Lazio, all’ultimo cittadino, avrebbero diritto al rispetto totale della privacy, in particolare sessuale. A me piacciono le donne, quasi come a Berlusconi, ma non ho niente contro le relazioni omosessuali. 2. Però, se un personaggio con incarichi istituzionali o comunque pubblici, è investito, per un qualsiasi accidente, da una (deprecabile) violenza sulla sua privacy, in quel momento ha il dovere di fronteggiare con chiarezza tutto ciò che - attenzione, solo nell’ambito delle leggi e non delle morbosità curiose - senza strumentalizzazioni o faziosità, gli sia contestabile. 3. A questo punto, il giudizio dell’opinione pubblica dovrebbe essere legato esclusivamente alle conseguenza politiche (ricatti, scorrettezze, comportamenti inaccettabili, illeciti ecc) e alla credibilità del personaggio investito dalle tempeste mediatiche e politiche.
Ciò che si vede, o si immagina (ah, quelle ossessioni sessuali!) dal buco della serratura, nonostante gli impulsi dell’Infedele in parte guardone e in parte censore, in un Paese civile non dovrebbe entrarci un bel nulla.
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