RomaLa parola chiave è una sola: «Sacrifici». Cè poco da girarci attorno. Non lo fa Gianni Letta, consapevole che la manovra ne conterrà di «molto pesanti, molto duri». Daltronde, rimarca il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, «siamo costretti a prenderli, anche se spero in maniera provvisoria, con una temporaneità definita, per salvare il nostro Paese dal rischio Grecia». Già, «chiamiamolo così e ci capiamo tutti». Sacrifici necessari. Ne è convinto anche il capo dello Stato, che da Washington (oggi incontrerà Barack Obama) invita però lintera classe politica a condividere con «responsabilità» le misure che varerà stasera il governo, purché «vengano distribuiti equamente tra i cittadini». Daltronde, da noi come nel resto dEuropa, ricorda Giorgio Napolitano, «per una più solida finanza pubblica occorre ridurre il debito pubblico». Ovvio, «bisogna mettere nel conto anche le proteste - sottolinea il presidente della Repubblica - che fanno parte della democrazia. Ma quel che è importante è che le decisioni siano prese responsabilmente dalla maggioranza e spero siano condivise dalle forze di opposizione in Parlamento, nel comune interesse».
Un appello «serio e severo», commenta lUdc: «Noi laccogliamo - dichiara Pierferdinando Casini - ed esamineremo la possibilità di votare la manovra». A condividere il monito sullequità è Leoluca Orlando, portavoce dellIdv: «Siamo disponibili ad un confronto», purché Silvio Berlusconi si presenti in aula «senza infingimenti». In casa Pd, invece, tocca a Marco Follini sparigliare sulla chiusura generale: «Prima vediamo il testo, senza escludere che lo si possa votare».
Intanto, in vista dellodierno Consiglio dei ministri, convocato per dare il via libera al decreto legge con le misure urgenti, Giulio Tremonti (si presenta in via dellUmiltà a braccetto con Letta) illustra la manovra alla consulta ecomomica del Pdl - coordinata dal suo braccio destro, Marco Milanese - da cui riceve un sostanziale via libera, seppure con la richiesta di qualche ritocco. Da definire meglio, ad esempio, i tagli alle remunerazioni dei manager pubblici, la riduzione del finanziamento ai partiti, la tracciabilità dei pagamenti in contanti e le risorse da destinare a Roma capitale.
«Sarà una manovra comunque equa e responsabile», si concorda alluscita, al termine di un passaggio in parte poco formale, di una lunga riunione ad hoc, a tratti animata, che permette al titolare dellEconomia - dinanzi ad alcuni ministri (Matteoli, Sacconi, Brunetta, Fitto, Ronchi e La Russa, in veste di coordinatore insieme a Verdini), ai capigruppo (Gasparri, Cicchitto e Quagliariello), a Bonaiuti, Alemanno e Baldassarri - di delineare gli interventi previsti e le categorie chiamate a stringere più di tutte la cinghia. «La manovra non sarà assolutamente dolorosa per la gran parte degli italiani - assicura Gasparri - ma chi ha di più potrà sopportare agevolmente qualche sacrificio». Lo faranno i politici e «chi ha stock-option o i redditi più elevati».
Nellattesa, interviene Luca Cordero di Montezemolo, secondo cui «in questi due anni si è sottovalutata limportanza della crisi, pensando che lItalia ne fosse immune», mentre «la manovra di oggi, doverosa, necessaria e urgente, dimostra il contrario».
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