Lettera di Berlusconi all'Europa: "In pensione a 67 anni dal 2026"

Nella lettera consegnata questa sera alla Ue vi sono numerose novità che toccano la riforma del sistema previdenziale, il mercato del lavoro e la pubblica amministrazione, il pareggio di bilancio e le privatizzazioni. Confermati il taglio dei parlamentari e delle province, lo Stato federale e la modifica dell'elettorato passivo e attivo. Con il piano di dismissione del patrimonio pubblico lo Stato incasserà 5 miliardi di euro all'anno ogni tre anni. Dal gennaio 2012 via libera alla delega fiscale. Bossi: "Sulle pensioni ha vinto il buonsenso"

Lettera di Berlusconi all'Europa: "In pensione a 67 anni dal 2026"
Dalla riforma del sistema previdenziale a quella del lavoro, dalle privatizzazioni alla delega fiscale (attiva entro gennaio 2012). Sono questi, a grandi linee, i punti principali della lettera inviata dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi all'Europa. Una lettera che ricorda all'Eurogruppo che l'Italia ha sempre onorato i propri impegni europei e intende continuare a farlo. Berlusconi ci tiene a ricordare che quest’estate il parlamento ha approvato manovre di stabilizzazione finanziaria con un effetto correttivo sui saldi di bilancio al 2014 pari a 60 miliardi di euro. "Tuttavia - si legge nel testo - siamo consapevoli della necessità di presentare un piano di riforme globale e coerente". Piano che è stato subito accolto positivamente dai leader europei che hanno parlato di "impressione molto buona".

Tra le riforme, chieste da Bruxelles e accordate da Palazzo Chigi, c'è in primis la riforma del sistema previdenziale: uomini e donne in pensione a 67 anni a partire dal 2026. "Nella attuale legislatura - si legge ancora - la normativa previdenziale è stata oggetto di ripetuti interventi che hanno reso a regime il sistema pensionistico italiano tra i più sostenibili in Europa e tra i più capaci di assorbire eventuali choc negativi". Non solo. I requisiti per l’accesso alla pensione di anzianità sono già stati rivisti e aumenteranno fino a entrare a regime a partire dal 2013.

La lettera introduce anche una riforma del lavoro che da una parte prevede una stretta sui contratti parasubordinati, dall'altra inserisce nuove norme per i licenziamenti in seguito a motivi economici nei contratti di lavoro a tempo indeterminato. "Entro maggio 2012 - si legge nella lettera - l’esecutivo approverà una riforma della legislazione del lavoro funzionale alla maggiore propensione ad assumere e alle esigenze di efficienza dell’impresa, anche attraverso una nuova regolazione dei licenziamenti per motivi economici nei contratti di lavoro a tempo indeterminato". Il governo metterà in campo anche interventi a favore dell’occupazione giovanile e femminile promuovendo i contratti di apprendistato e di inserimento delle donne. Il governo interverrà anche sulla pubblica amministrazione rendendo effettivi "con meccanismi cogenti e sanzionatori" la mobilità obbligatoria del personale, la cassa integrazione con conseguente riduzione del salario e del personale e il superamento delle dotazioni organiche.

Per quanto riguarda, invece, la riforma dello Stato il governo interverrà con un disegno di legge (già approvato in prima lettura alla Camera) sulla modifica dell’elettorato attivo e passivo per l’elezione al parlamento al fine di garantire una maggiore partecipazione giovanile alla vita politica. Altri due disegni di legge (ancora all'esame delle Camere) prevedono la riforma complessiva dell'organizzazione dei vertici delle istituzioni politiche: verrà, significativamente, ridotto il numero dei parlamentari, saranno abolite le province, lo Stato verrà riformato in senso federale, mentre l'esecutivo e la maggioranza saranno rafforzati. Per quanto riguarda la disciplina del mercato e, quindi, il rigore della finanza pubblica, il governo prevede un disegno di legge (la cui approvazione è in corso in questi giorni a Montecitorio) per riformare gli articoli della Carta inerenti alla "libertà di iniziativa economica" e alla "tutela della concorrenza". infine, Berlusconi ha ricordato che sarà valutato il disegno di legge sull’introduzione del vincolo di pareggio di bilancio sul modello già seguito in altri ordinamenti europei.

Per quanto riguarda, invece, il piano di dismissione del patrimonio pubblico: partirà il 30 novembre e garantirà 5 miliardi di introiti l’anno per tre anni. A livello governativo, invece, entro la fine dell'anno arriva una commissione per abbattere il debito pubblico. In base a quanto disposto dalla bozza, il governo affiderà a questa commissione l’elaborazione di un piano che preveda anche le dismissioni. Non solo. L'Antitrust riceverà più poteri in modo da favorire la concorrenza: entro il primo trimestre del 2012 saranno rafforzati gli strumenti dell'Authority soprattutto per evitare contrasti con la legislazione a livello locale. Verrà, quindi, generalizzata la liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali in accordo con gli enti territoriali. In generale, le disposizioni riguarderanno i settori della distribuzione dei carburanti e della Rcauto.

Il governo incentiverà la costituzione di "zone a burocrazia zero" su tutto il territorio nazionale. Si tratta di una decisione che, inizalmente, verrà adottata "in via sperimentale per tutto il 2013". Per farlo il parlamento creerà l’Ufficio locale dei governi quale "autorità unica amministrativa che coinvolgerà i livelli locali di governo in passato esclusi". Con questo provvedimento, il governo punta tra l’altro a semplificare la costituzione del bilancio delle srl.

"Da quel che sento io è andato tutto bene".

Umberto Bossi si mostra ottimista sull’esito del vertice europeo di Bruxelles dove Silvio Berlusconi ha illustrato le misure che il governo intende prendere nei prossimi tempi. "L’hanno avuta vinta il buonsenso e l’onestà. Non possiamo non dare la pensione alla gente che ha pagato per tutta la vita".

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