
Topi “sommelier”, in grado di distinguere diversità varietà di vino. È il risultato dello studio condotto dal Centro per le Scienze della Mente e del Cervello di Trento (da cui sono usciti tantissimi studi sotto la direzione di Giorgio Vallortigara) in collaborazione con le Università di Lincoln e Vienna. Se avete i saggi di Vallortigara (che ora è in classifica con il suo ultimo libro, A spasso con il cane Luna, edito da Adelphi) vi ricorderete delle api, che furono addestrate a riconoscere un Monet da un Picasso. Ma non solo. In seguito anche a generalizzare gli stili, tanto da distinguere un qualsiasi quadro impressionista da un qualsiasi quadro espressionista. Dalle api critici d’arte ora abbiamo i topi sommelier.
Elisa Frasnelli, già brillante allieva di Vallortigara e ora professore associato all’Università di Trento, spiega come abbiano addestrato i ratti inizialmente a distinguere tra vini provenienti da uve differenti (Sauvignon Blanc e Riesling). Ricompensa zuccherina quando riconoscevano il vino giusto, punizione (un fastidioso impulso luminoso) quando sbagliavano. Come per le api, i ratti sono riusciti a generalizzare, stessa categoria però con vini mai incontrati prima. Da considerare che i ratti hanno 1200 geni legati all’olfatto, il triplo di quelli umani, e riescono a distinguere odori complessi. Per diventare dei sommelier umani occorre un lungo addestramento, e per categorizzare abbiamo il linguaggio, o associamo un odore a un altro odore per dargli un’etichetta.
Ci sono uccelli, d’altra parte, come la Ghiandaia pettolilla, che riescono a ricordarsi più di diecimila luoghi in cui hanno nascosto il cibo, ma come osserva Giorgio Vallortigara «noi possiamo fare una mappa, e ricordarcene anche un milione usando la mappa». Difficile, però, stabilire esattamente quello che noi chiamiamo “intelligenza” riferita solo alla specie umana. Vallortigara si è sempre occupato di minicervelli, pulcini ma anche insetti, aprendo nuove prospettive alla ricerca. Quello che chiamiamo “coscienza” non è legato alla complessità o alle dimensioni del cervello, perfino gli insetti sono capaci di prendere decisioni in base a esperienze passate, con processi cognitivi avanzati.
Così come i pulcini, appena usciti dall’uovo, hanno cognizioni di fisica e matematica (sanno contare, e così anche i pesci zebra studiati da Vallortigara e dalla sua squadra di scienziati), e sono capaci di riconoscere decine e centinaia di volti, a differenza di un neonato umano, per esempio (e anche di me che di anni ne ho 54, ma è un altro discorso). In ogni caso, tornando allo studio sui topi sommelier, Elisa Frasnelli annuncia che andrà avanti, portandoli a essere infallibili anche nel riconoscere vini giovani, vecchi, bianchi e rossi.
Ricordo che Centro per le Scienze della Mente e del Cervello dell’Università di Trento, grazie al team di Vallortigara, è all’avanguardia nel mondo, e ha ricevuto numerosi grant da milioni di euro per le sue ricerche dall’Unione Europea. Ricordo anche che molti lavori saranno sostituiti dall’AI, ma non il sommelier. Quello, grazie a Vallortigara e a Elisa Frasnelli, sarà sostituito presto dai topi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.