Che la nostra società sia in crisi non è purtroppo solo un'ipotesi, ma un dato di fatto. Basta sfogliare qualsiasi quotidiano, ascoltare un tg o anche semplicemente affacciarsi ad una finestra per rendersene conto. Che lo sia ancora di più il genere maschile è altrettanto vero. Da qualche anno a questa parte, in una società che “impone” la libertà come massimo esempio da seguire, dove le regole sono solo qualcosa da dover evitare o scavalcare è un po’ come se l’uomo fosse la causa di tutti i mali del mondo. Come dimostra il concetto abusato di patriarcato.
Alla ricerca di Ettore
Su questo tema poco battuto, mettendosi dalla parte del pensiero maschile, il giornalista, reporter di guerra e vice caposervizio del ilGiornale, Matteo Carnieletto, ha scritto una sorta di breviario, un piccolo libriccino, intitolato Alla ricerca di Ettore - Manuale per riscoprire l'eroismo (perduto) dei padri" (Passaggio al bosco), che è in realtà una profonda riflessione sull'uomo che spiega - senza mezzi termini - è ben diverso dai "maschi" di cui la nostra società è piena. Una ricerca che parte da Ettore, il grande eroe epico, colui che rappresenta appieno, secondo l’autore, l’uomo compiuto, che incarna la figura di padre, marito, guerriero e nobile - diventando, dopo la sua morte per mano di Achille - eroe. È colui - viene spiegato nel libro - che riesce a fare il passaggio che porta da essere biologicamente un maschio a uomo, cosa che non avviene più nella nostra società che, anche per questo, è sempre più alla deriva.
Ettore l’uomo, Achille il maschio
La contrapposizione è naturalmente quella con Achille, colui che incarna invece “il maschio” e che, nell’Iliade, si scontra non soltanto ideologicamente ma anche fisicamente con Ettore. Achille, il guerriero che si prende gioco degli dei e di cui tutti rimangono affascinati è colui che ucciderà Ettore trasformandolo in un eroe, ma che morirà poi miseramente per mano di Paride, il più pavido dei guerrieri, che lo colpirà con una freccia nel tallone, il suo punto debole. Una morte ingloriosa, la sua, al contrario di quella di Ettore che, pur sapendo che soccomberà, non si sottrae al suo destino per il bene di coloro che ama: la sua famiglia e la gente di Troia.
Le due figure nella nostra società
Ettore e Achille incarnano perfettamente i passaggi che hanno poi portato la nostra società e il genere maschile in crisi. Ettore non è un sanguinario: combatte perché è pronto a morire per difendere i suoi affetti; Achille è l’uomo che fa strage di uomini. E in questo rappresenta la violenza che ha preso possesso della nostra società, non più incanalata in regole, quelle che il padre che deve dare ai figli. Nel libro la rivalutazione della figura paterna parte proprio da questo: nell’esempio di Ettore, che ama talmente tanto suo figlio da togliersi l’elmo e giocare con lui lanciandolo in aria prima di scendere in battaglia, ma non sottraendosi poi dall’onore (ma soprattutto dall’onere) di combattere contro Achille pur sapendo che soccomberà. Ma dando così l’esempio più grande che un padre possa dare ad un figlio: lasciargli un’eredità non solo materiale ma anche, e soprattutto, spirituale.
Il concetto di libertà
Siamo bombardati da sempre da questa parola di cui non conosciamo profondamente il significato. Oggi, per molti, libertà significa essere sciolti, avere la possibilità di poter far tutto quello che passa per la testa. In nome di questa libertà impazzita vengono commessi omicidi, violenze e le famiglie si sfaldano. “Ma questa libertà - spiega Carnieletto - ci ha resi molto più schiavi di quello che possiamo immaginare”. Pensiamo soltanto ai problemi legati all’ansia e ai disturbi psicologici che aumentano giorno dopo giorno. Questo avviene perché non esiste più uno scopo nella vita, un percorso, ci si perde in nome del poter fare tutto, seguendo gli istinti e non la ragione, proprio come Achille.
Dobbiamo al contrario esercitare bene la nostra libertà, seguirla nella via del bene sapendo che possiamo, proprio come Ettore, scendere in battaglia per proteggere la nostra famiglia, gli amici e le persone che amiamo. Ed è questo quello che trasforma un maschio in un uomo.
L'uomo: una quercia dalle radici profonde
La rappresentazione del libro è quella di una grande quercia dalle radici profonde che protegge e resiste.
“Non è un percorso facile in un mondo in cui il male è molto attraente, ma bisogna resistere - racconta il giornalista - perché un’altra caratteristica dell’uomo è quella di essere una quercia con le radici ben piantate che resiste alle intemperie della vita rimanendo ferma”. Le orme di Ettore sono quindi simbolicamente quelle da riscoprire ai nostri giorni, come padri, mariti ma soprattutto uomini in grado di costruire una società più sana.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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