La bellezza cambierà il mondo? Sicuramente lo ha reso un posto migliore, soprattutto quella delle donne che per secoli hanno ispirato poeti e pittori, che in versi e tocchi di colore, le hanno ritratte donandone all'eternità sia la loro bellezza che la loro storia, perché dietro ogni verso o pennellata, c'è il mondo di chi l'ha ispirata. Proprio su questo ha "indagato" l'artista, scrittrice e disegnatrice Carla Volpi, nel suo libro Le belle dell'Arte - 40 vite di donne dipinte (ElectaJunior). Un volume bellissimo, pensato, scritto e disegnato per i più piccoli; che piacerà molto agli adulti, per l'estrema cura e la profondità nel descrivere queste muse dell'arte.
Chi sono queste donne? Per alcune di loro presenti nel libro, come Frida Kahlo o Marilyn Monroe ritratta da Andy Warhol, si sa tutto, per altre, come la Gioconda, aleggia quell'alone di mistero, e ancora di alcune, si conosce solo la grande bellezza, senza sapere chi fosse realmente, come La ragazza con l’orecchino di perla di Jan Vermeer. Ognuna di loro però, come ci tiene a specificare l'autrice che abbiamo incontrato, "Nasconde un intero mondo: un particolare modo di percepire il ruolo della donna nella società, una storia destinata a lasciare traccia per sempre, un ritratto capace di cogliere un’emozione istantanea". Ed è stato proprio questo il grande lavoro di Carla Volpi, quello di raccontare ai più giovani, le loro esistenze uniche, così da restituire alle “Belle dell’arte” il ruolo di protagoniste.
Quale è stato il criterio nello scegliere le quaranta opere d'arte che si trovano nel suo libro?
"Alcune sono state scelte perché molto famose e conosciute da tutti, partendo però dall’idea – che è poi il principio del libro – che se un ritratto diventa un capolavoro, il merito è anzitutto della mano e della bravura dell’artista. Anche se è indubbio che anche lo sguardo, il carisma e il vissuto interiore di chi posa, con la sua storia personale alle spalle, abbiano un peso determinante per il successo dell’opera. Il secondo criterio, era quello di coprire un arco di tempo che abbracciasse la storia dell’arte, e i diversi stili artistici nei secoli. Infine, trattandosi di disegni a matita e acquerello, a volte ho privilegiato donne che avessero una connotazione visiva e coloristica, magari un copricapo, un gioiello o un’acconciatura particolare".
È riuscita a dare ancora più luce alle storie di alcune delle donne ritratte. Molte di loro non erano così note a tutti.
"Mi ha colpito il fascino e la diversità delle storie di queste donne, che rivelano le infinite sfaccettature dell’universo femminile. Ce ne sono alcune, come Caroline von Holnstein, che ha lottato per amore contro regole sociali e matrimoni imposti già nell’Ottocento. Donne passate alla storia come Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo de’ Medici, considerate algide e rigide, ma capaci di vivere un grandissimo amore. Modelle che speravano di diventare loro stesse pittrici famose (Victorine Meurent/Olympia), donne affermate professionalmente ma succubi dei loro compagni artisti come Dona Maar con Picasso, o infine donne artiste che hanno lottato per emergere in un campo all'epoca prerogativa esclusiva degli uomini, come Artemisia Gentileschi ed Élisabeth Vigée Le Brun".
Quanto la bellezza nell'arte, è riuscita nei secoli a cambiare il mondo?
"Non saprei dire se l’abbia cambiato, ma sicuramente migliorato. Come scrivo nella premessa del libro, l’arte ha questo di meraviglioso: esprime e suscita racconti ed emozioni. E tutto ciò che fa nascere emozioni positive, contribuisce a regalare felicità interiore e ad arricchire il nostro vissuto emotivo".
Quanto è difficile avvicinare i ragazzi all’arte, e lei quale escamotage ha trovato per farlo?
"Credo che con i mezzi a disposizione oggi, si possa avvicinare molto più facilmente i ragazzi all’arte. Proiettare un quadro in aula, ad esempio, partendo dal concreto e dal visivo per spiegare uno stile, risulta per loro molto più accattivante e immediato di una lezione spiegata in modo accademico. O ancora invitare i ragazzi a riprodurre graficamente un quadro con qualsiasi tecnica desiderino, o magari tramite una “posa fotografica” con loro stessi come protagonisti, risulta un esperimento molto affascinante. Anche nel libro ho cercato di cambiare l’approccio. Nel caso della 'Dama con l’Ermellino' per esempio, ho invitato i ragazzi a scoprire quale fosse stato il gioco ideato dal grande inventore Leonardo, per rivelare il nome della dama ritratta".
Quanto l’arte può cambiare le giovani menti, e cosa riesce a fargli scoprire?
"Come dicevo prima, l’arte ha la capacità di suscitare emozioni. Nel caso delle menti ancora in crescita, come quelle dei ragazzi, è importante portarli a capire quanto questa sia un dono per lo spirito. Conoscere un quadro, individuare lo stile di un monumento, vuol dire apprezzare al meglio il bello che ci circonda, che sia un museo o una città che si troveranno a visitare. Non solo, partendo dal concetto di arte come fonte di ispirazione personale, si può trasmettere ai ragazzi il messaggio che qualsiasi campo o passione individuale, possa essere una forma d’arte, e non necessariamente solo l’ambito pittorico".
Lei che è un’artista, pensa che le donne possano ispirare tutt'ora come hanno fatto in passato con i grandi geni?
"Certo, la donna e la sua bellezza saranno sempre fonte di ispirazione per gli artisti.
Ma come volevo sottolineare con quella 'B' maiuscola nel titolo del mio libro, 'Le Belle dell’arte', è una bellezza che va intesa non solo come estetica, ma soprattutto espressiva e concettuale. Una bellezza che ci racconta l’unicità e la complessità dell’animo femminile".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.