"La scrittura è il mio faro nel buio". Sara Ciafardoni tra malattia e passione sboccia l'amore per i libri

Esce nella nuova collana dedicata agli adolescenti il libro di Sara Ciafardoni (lasarabooks), "La Ragazza che scrive" (ElectaYoung), già in vetta alle classifiche di vendita. Un successo nato dal dolore che Sara ha saputo trasformare in nuvole e bolle di sapone

"La scrittura è il mio faro nel buio". Sara Ciafardoni tra malattia e passione sboccia l'amore per i libri

Il primo libro della nuova collana di ElectaYoung scritta e dedicata agli adolescenti, porta la firma di Sara Ciafardoni, lasarabooks, nome molto noto tra gli adolescenti e gli amanti dei libri, sia con la sua pagina Instagram, @lasarabooks, dove condivide la sua passione per l’arte e la scrittura, che con quella di TikTok, @lasaracfd, dove, oltre a parlare di libri, ironizza sulla disabilità e i tabù che la riguardano, per sensibilizzare su questa tematica che conosce bene, avendo una rara malattia che fin da piccola l'ha costretta su una sedia a rotelle.

Non a caso La ragazza che scrive (ElectaYoung), uscito da pochissimo, è in vetta alla classifica di vendita di Amazon libri. Cosa ha di magico la scrittura di Sara? Sono molte le cose, ad iniziare proprio dalla sua giovane età, 17 anni, e dalla sua infanzia molto diversa da quella della maggior parte dei suoi coetanei, dovuta proprio alla malattia e a quel suo magico modo di raccontarla, oltre ad una sensibilità e una forza fuori dal comune, che l'ha portata a raggiungere i suoi sogni. Proprio per questo non si è mai fermata, e con gli occhi sempre alla ricerca della bellezza (i suoi social sono per tutti un'oasi romantica dove rifugiarsi), ha perseguito con grandissimo successo la sua passione per la scrittura e la fotografia.

La ragazza che scrive è un po’ lei. Quanto la scrittura l’ha aiutata nella vita, e quanto secondo lei la sua storia aiuterà gli altri?

"La scrittura è sempre stata il mio faro nel buio, mi ha permesso di capirmi e comprendermi fino in fondo. Mi dà la capacità di mettere in ordine il cervello, di chiarire e conoscere le emozioni che ho dentro. Proprio come Luce, la protagonista de "La ragazza che scrive", anche io ho trovato il mio posto nel mondo tra le pagine scritte. Spero che la mia storia possa aiutare i ragazzi a trovare se stessi e i genitori a capire a fondo i loro figli".

La protagonista del suo romanzo ha vissuto un’adolescenza molto pesante: ha perso una sorella più piccola, viene bullizzata, ma riesce a trasformare tutto quel dolore usando la fantasia e costruendosi un mondo tutto suo. Quanto Luce le somiglia e cosa invece le invidia?

"L'utilizzo della fantasia da parte di Luce è molto simile alla mia. Entrambe usiamo la nostra creatività per evadere da un mondo che non ci piace per vivere al meglio, ma anche per assimilarlo e migliorarlo. Io invidio la caparbietà di Luce, che con la sua forza interiore è riuscita a fare un grande cambiamento e accettazione di se stessa. Al contrario io ho appena iniziato il mio cambiamento, e spero avvenga in modo altrettanto sereno, come è successo a lei".

Da ragazza giovane, come è riuscita a venire a patti con la sua disabilità, e ora com’è il suo rapporto con lei?

"Sono amica del mio dolore, perché mi ha insegnato ad essere più riflessiva, a soffermarmi sui dettagli. Ad esempio quello che per gli altri è normalità per me non lo è: un tramonto, per me, è un'eccezione, quindi ho imparato ad amare la vita, perché parte di questa mi è stata negata. Ho imparato nel tempo ad apprezzare il mio dolore. Quella che sono ora, lo devo anche e specialmente a lui".

Scrive che le sue ferite sono fiori che sbocciano sulla pelle portando una bellezza straziante. Chiunque nella vita ha paura e cerca di evitare il dolore, ma lei è come se ne avesse compreso la potenza, che non è sempre negativa, riuscendo a trarne il meglio. Quanto lavoro c’è stato dietro questa rinascita?

"C'è stato e continua ad esserci tanto lavoro, anche grazie alla mia mamma che ha convissuto con un brutto male. Ho assorbito da lei la sua forza di volontà. Io sto cercando di trasformare le mie ferite in fiori che cerco di annaffiare".

Lei che lo ha raccontato così bene, come si fa a trasformare il dolore e il senso di colpa in nuvole e bolle di sapone?

"È un percorso d'accettazione con se stessi, grazie alla scrittura ho trasformato in bolle di sapone le pietre, il dolore. In questa strada ci sono tanti ostacoli, bisogna spesso scegliere altre vie per trovare la propria con grande calma".

Leggere secondo lei aiuta ad uscire dalla realtà o a sopportarla?

"Entrambe, la lettura aiuta a sopportare la realtà perché aiuta ad accettarla. I Libri mi permettono di evadere dalla mia in senso positivo, eroi e eroine mi permettono di trovare la forza, ma anche a comprenderla e viverla meglio".

Lei che ne recensisce e consiglia tanti, cosa direbbe se dovesse parlare e spiegare perché leggere il suo di libro?

"'La ragazza che scrive' è per i ragazzi affinchè si conoscano meglio e per

intraprendere il proprio percorso di accettazione, ma anche per i genitori per comprendere noi. Spero che il romanzo possa diventare la chiave per entrare nella nostra vita e capire le nostre esigenze e i nostri bisogni".

La ragazza che scrive

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