Liberali all’opera per costruire una nuova Casa delle Libertà

Le proposte al convegno del Miramare di Santa Margherita

Liberali all’opera per costruire una nuova Casa delle Libertà

Maria Vittoria Cascino

da Santa Margherita

Non il solito consesso di liberali, ma una forza dirompente nel solco di Montecatini. Domenica all'Hotel Miramare di Santa Margherita Ligure l'incontro voluto da Alfredo Biondi e Raffaele Costa per capire ruoli e progetti di Liberalismo popolare, Unione Liberale di Centro e Casa del Cittadino all'interno della Casa delle Libertà.
«L'inizio di qualcosa di nuovo che non va contro Forza Italia - anticipa Massimiliano Lussana, moderatore dell'incontro e caporedattore della redazione genovese del Giornale - ma che tiene conto che forse l'intera Casa va demolita e ricostruita».
Emblematica la presenza dell'onorevole Sandro Bondi, coordinatore nazionale di Fi, a ribadire l'urgenza di «nuove forme di partecipazione politica che non può esaurirsi nei partiti».
Sala fitta e società civile in prima fila. Il richiamo all'altra metà del cielo a latere di un processo di trasformazione che rifonda l'approccio e dà ossigeno alla Casa. A Montecatini il senatore Marcello Dell'Utri rilancia i Circoli della Libertà. A Santa fa sapere «perseguite gli stessi fini miei e dei miei amici. Case del Cittadino e Circoli della libertà in un unico raggruppamento».
Da Santa rispondono i liberali. Canali aperti per costruire dalla base il grande Partito della Libertà pensato da Silvio Berlusconi. Che in un messaggio scrive: «Il vostro convegno, come quello di Marcello, servirà ad allargare l'orizzonte. Un grande progetto di crescita che realizzeremo insieme».
Santa Margherita Ligure e Montecatini marciano nella stessa direzione. Applausi. L'esordio di Alfredo Biondi, che aggiunge sedie in platea a colmare fisicamente lo spazio fra pubblico e relatori. Materializza quella «prospettiva di aprire le porte delle Case del Cittadino per partecipare dall'esterno alla vita dei partiti. Posizioni politiche comuni spesso si frammentano per individualismi che dovrebbero essere superati dall'interesse comune».
Un messaggio robusto che scuote e suggerisce autocritica. Quasi ruvido Raffaele Costa: «La nostra sarà una riflessione sul modo di operare e confrontarci. Abbiamo perso ad aprile per la dissociazione fra il voto politico e il voto frutto del rapporto con la società civile».
Tutto funziona finché si viaggia ai piani alti dell'establishment. S'inceppa «quando parliamo di consigli di circoscrizione, assistenza, volontariato, sport, case di riposo. Manca il radicamento attraverso sindacati, associazioni, patronati,comitati locali, mondo della scuola, che la sinistra gestisce benissimo».
Costa insiste sulla mancanza di informazione e collegamento con le masse. I rimedi? Democrazia all'interno dei partiti, informazione scritta sulle azioni di fondo e capacità di mobilitare sui problemi le varie categorie e generazioni. Dal pubblico si alzano per dire la loro. Dieci, venti interventi. Una novità che è sintomo di cambiamento d'approccio. C'è Maria Peter, consigliere di Circoscrizione, che ribadisce il mancato radicamento sul territorio e l'urgenza di coinvolgere. C'è Giuseppe Diliberto, presidente della Casa del Cittadino di Savona, che chiede lumi sulla faccenda dei circoli. C'è qualcuno che lamenta di politici della Casa capaci solo di fare interventi-passerella.
Il tempo è poco e i temi caldissimi. Lussana si giostra e passa la mano ad Enrico Nan, vice coordinatore enti locali: «Il nostro problema è portare avanti una cultura liberale che deve caratterizzarci all'interno di Fi. Come il fatto di individuare le case del Cittadino che devono partire dalla base e lavorare al progetto del partito unico».
Il microfono a Sandro Biasotti: «Mi sembra sia cambiato il clima, adesso mi sento a Casa». Poi sulla sinistra: «Lasciamoli governare ancora un po', che si scornino. Noi arriveremo al traguardo rimpianti e osannati».
Riagguanta il filo l'onorevole Gabriella Mondello, che, passionale, insiste sull'umiltà del politico di relazionarsi con la gente: «ripartiamo dagli enti locali. In primavera ci sono le amministrative. È lì la nostra riprova». E rispondendo a Biasotti: «Non dobbiamo lasciare troppo al potere questa sinistra. Il rischio è che mettano i loro uomini nei luoghi di potere. Che si radichino. Azione subito».
Pubblico acceso. Sull'onda Michele Scandroglio, coordinatore regionale Fi: «Dovremmo comunicare e gridare di più, uscire di più. Se l'iniziativa dei Circoli serve a collaborare con Fi e a portare dentro chi non è ancora pronto a scendere in piazza, è notevole». Poi l'appello: «Lista unica. Liguria-laboratorio per il partito unico».
E dopo Guido Grillo, consigliere comunale di Genova, che richiama la candidatura di Biasotti-subito, «che fra tre anni è tardi».
A tirare le fila l'onorevole Bondi, reduce da Montecatini. Parla di Biondi e Costa, («liberali quando non lo era quasi nessuno») come «risorse preziose per capire a che punto ci troviamo oggi e ricercare insieme la strada da percorrere uniti». Il riferimento alla «rivoluzione politico-culturale e liberale avviata da Berlusconi e interrotta bruscamente ad aprile».Poi la sterzata sui Circoli e le Case del Cittadino, distinti da Fi: «Iniziative della società civile, luoghi di aggregazione per chi non partecipa alla vita di partito. Oggi, l'affiliazione delle Case ai Circoli, uniti in vista della nascita del Partito della Libertà». Poi il messaggio politico: «la creazione di 8.

000 coordinamenti comunali di Fi eletti democraticamente nei comuni italiani». Per esserci e contare. È l'entusiasmo di Biondi a chiudere il cerchio che s'allarga nei Circoli. «Stessa direzione e consenso allargato». Che la passione torni a raccontare una storia nuova.

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