L'identikit del passeggero molesto

Dopo il caso della passeggera del volo Ibiza-Bergamo,torna alla ribalta il tema della sicurezza a bordo.Il fondamentale ruolo degli assistenti di volo

L'identikit del passeggero molesto

L’idea di imbattervi in un passeggero molesto ed indisciplinato durante un volo vi inquieta e vi provoca addirittura paura? Forse adesso sì, (dopo il caso della donna che ha dato in escandescenza sul volo Ibiza -Bergamo . In passato invece questa eventualità, che non è mai stata in cima alla lista di chi si definisce aerofobico, non era fonte di preoccupazione, probabilmente anche perché non documentata dettagliatamente come oggi al tempo dei social.

Terreno precluso ai telefonini, il mondo del volo a bordo era solo raccontato verbalmente, immaginato e sognato nelle sue misteriose dinamiche ed eventuali episodi coloriti vissuti tra le nuvole erano spunto di pettegolezzo e conversazione tra amici, come parte avventurosa e rocambolesca del viaggio. Ma, nell’era dei social, l’ultima oasi di privacy è stata espugnata ed è via libera. Ora ci pensano i cellulari a narrare pezzi di vita ad alta quota, siam tutti reporters in prima linea e questi oggetti inseparabili, (dopo anni di divieto e discussioni impegnative da parte delle hostess per farlo rispettare) possono essere usati offline, in modalità aereo, in tutte le loro funzioni ma anche collegati alla rete, se l’aeroplano ha una connessione wifi.

A 10.000 piedi di altitudine, in mezzo al nulla, essi diventano obiettivi per selfy, telecamere per riprendere di tutto un po’: panorami, decolli ed atterraggi, assistenti di volo impegnati nell’indicare le uscite da utilizzare in caso di emergenza, amici addormentati con bocche spalancate, nubi cumuliformi ad alta quota da postare su Instagram, cibi sgraditi da recensire o qualsiasi altro evento, purché ad alto impatto, come quello documentato e condiviso subito dopo l'atterraggio dell'Ibiza-Bergamo che in poche ore è divenuto virale.

L’ EASA (Agenzia Europea per la Sicurezza Aerea), organismo di riferimento nel settore trasporto aereo europeo, ci aiuta ad avere un’idea del fenomeno del passeggero molesto con alcuni dati contenuti nell'ultimo rapporto datato 2019: “Ogni 3 ore un passeggero indisciplinato mette a repentaglio la nostra sicurezza” )…..(“Almeno il 70% di questi incidenti comportano una forma di aggressione. Una volta al mese la situazione diviene incontrollabile ed obbliga i piloti a portare l’aeroplano a terra, effettuando un atterraggio di emergenza”. La stessa EASA, sensibile al problema, nel medesimo anno creava un video che con l’hashtag #notonmyflight (#nonsulmiovolo) invitava alla tolleranza zero verso i comportamenti di chi mette a repentaglio la sicurezza di un volo, del suo equipaggio e dei suoi viaggiatori.

Ma quali sono le caratteristiche salienti che formano il perfetto identikit di un passeggero molesto, definito più internazionalmente “unruly passenger” e soprattutto, cosa rischia con il suo comportamento?

- Eccessi di rabbia incontrollati dovuti ad uno stato alterato,

-Abuso di alcool durante o prima del volo

-Uso di droghe o medicinali mixati con l’alcool

-Il mancato rispetto delle istruzioni degli assistenti di volo

- Fumo a bordo, anche nei bagni

-L'uso della violenza verbale o fisica verso l’equipaggio o altri passeggeri
-Distrarre con il proprio comportamento il lavoro degli assistenti di volo dalle loro mansioni

Colui che mette a repentaglio la tranquillità e l’incolumità dell’equipaggio e dei passeggeri inficia le normali operazioni di un volo e quando assume comportamenti che minano la sicurezza corre rischi che, come in un’escalation, possono diventare serissimi.

Se la situazione critica si palesa a terra, magari già in fase di check in o sulla porta dell’aereo, ci potrebbero negare l'imbarco (addio alla vacanza programmata o al ritorno a casa). Se l’evento si manifesta in volo ma risulta gestibile e controllabile fino all’atterraggio si rischiano ammonizioni scritte e nei casi più gravi l'uso di apposite manette di plastica e l'arresto una volta a terra. Infine la decisione più estrema che i piloti possano prendere : l'atterraggio di emergenza. Naturalmente i passeggeri finiranno per essere catalogati come "unruly" ed inseriti nella black list delle compagnie aeree.

Sul Washington Post del 17 maggio 2021, un articolo dettagliato ci dà una panoramica variegata di casi avvenuti: un uomo in volo da Honolulu a Seattle il 23 dicembre, dopo essere stato ammanettato dall’equipaggio con l’aiuto di un passeggero, è stato arrestato una volta a terra e condannato in seguito a pagare una multa di 52.500 dollari, per aver tentato di aprire la porta della cabina di pilotaggio ed aver sferrato un pugno ad un assistente di volo. Sul volo della compagnia americana low cost JetBlue del 5 febbraio invece, l’avventura di un passeggero si è conclusa con multa di 18.500 dollari per non aver indossato la mascherina obbligatoria e aver bevuto innumerevoli miniature di whiskey che aveva portato con sé, nonostante l’assistente di volo lo avesse informato che il consumo di bevande alcoliche non era consentito.

L’elenco potrebbe proseguire ma per fortuna l’adozione di provvedimenti severi è già realtà e oltre oceano la FAA (Federal Aviation Administration) da gennaio di quest’anno ha deciso di adottare la linea dura e il suo amministratore Steve Dickson ha confermato che senza preavviso i passeggeri molesti potrebbero finire dritti in prigione e vedersi recapitare multe fino a 35,000 dollari.

La sicurezza e la salvaguardia della vita è la priorità assoluta nel trasporto aereo e i passeggeri molesti, durante la pandemia, nonostante una diminuzione del traffico aereo complessivo sono proporzionalmente aumentati e sono divenuti una vera e propria minaccia per le compagnie aeree di tutto il mondo.

La posizione in cui si trova un equipaggio è unica: a bordo non si può né scappare né chiamare le forze dell’ordine per intervenire e sedare situazioni critiche, ecco perché sulla base di questo assunto anche la IATA (International Air Transport Association) che raggruppa più di 230 compagnie aeree di linea (che rappresentano più del 90% del traffico aereo) con l’obiettivo di promuovere trasporti aerei sicuri ha sottolineato come la prevenzione fatta attraverso la formazione del personale di terra e degli equipaggi sia il primo e fondamentale passo con il quale intraprendere un’azione di contrasto verso questo fenomeno.

E la buona notizia c’è perché anche le compagnie aeree italiane, sensibili a questo tema, già da tempo addestrano il proprio personale, facendo cultura di sicurezza e forniscono gli strumenti cognitivi per poter affrontare al meglio situazioni straordinarie, per gestirle ed arginarle sul nascere, così da evitare risvolti indesiderati.

Già, perché la mansione principale di un assistente di volo è proprio quella di garantire, in concerto con i piloti, la sicurezza dei passeggeri trasportati e la perfetta esecuzione di un’esperienza che non deve essere né traumatica né pericolosa ma al contrario piacevole e sicura.

Si dice che gli assistenti di volo siano la vista e l’udito complementari al lavoro dei piloti che, chiusi nella cabina di pilotaggio, si affidano alle hostess per decifrare ed interpretare tutti i segnali utili (meccanici ed umani) per la buona esecuzione del volo.

E' un lavoro che la strumentazione tecnica di bordo non può fare, è l’intelligenza emotiva in azione, grazie alla quale tante situazioni critiche gestite con lungimiranza e sensibilità per fortuna si sono risolte, senza far notizia.

Facciamoci caso, gli assistenti di volo sulla porta ci salutano con cordialità ma stanno anche compiendo un lavoro più profondo che non si nota: stanno captando segnali che anche un buongiorno non ricambiato o frettoloso celano; stanno cercando di capire come ci sentiamo e che disposizione abbiamo in quel momento: rabbia, agitazione, fretta o calma, preoccupazione, poca dimestichezza o assoluta padronanza degli ambienti dell’aereo? Noteranno se abbiamo qualche difficoltà o malessere. Comprenderanno se abbiamo alzato il gomito e dopo essersi consultati ed aver valutato che ci sia un pericolo per la sicurezza del volo, sicuramente non ci serviranno altro alcol. Capiranno se possono fare affidamento su di noi come alleati in caso di situazioni particolari o se è meglio rivolgersi a qualcun altro, perché è proprio in questa fase che ogni potenziale pericolo può essere individuato e disinnescato.

Affidiamoci a loro con fiducia, anche quando abbiamo paura, perché hanno gli strumenti per rassicuraci e tranquillizzarci.

Una bella chiacchierata liberatoria potrebbe farci risparmiare tempo, denaro e problemi con la giustizia, perché l’abbiamo capito: la tolleranza zero sta raggiungendo anche gli spazi del cielo e presto sarà una realtà che servirà a tutelarci. In fondo ciò che desideriamo è riprendere e continuare a volare in sicurezza e tranquillità.

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