Perché lo stalking aumenta con la stagione estiva

I casi di femminicidio, stalking e maltrattamenti tra le mura domestiche aumentano del 20% nella stagione estiva. Il tempo libero alimenta rancori, nervosismo e ostilità nella coppia. I consigli dell’avvocato matrimonialista per contrastare questi fenomeni

Perché lo stalking aumenta con la stagione estiva

Nella stagione estiva si moltiplicano i casi di femminicidio, i maltrattamenti tra le mura domestiche e gli episodi di stalking,

L’estate è sempre un momento difficile per le coppie e per le relazioni interpersonali patologiche perché aumenta il tempo libero da passare insieme e spesso è necessario stabilire, nel caso in cui ci siano figli, i tempi di frequentazione e le vacanze, decisioni che lasciano spazio a rancori e ostilità - spiega Maria Luisa Missiaggia, avvocato matrimonialista del Foro di Roma, esperta in Diritto di Famiglia e autrice del libro “Separarsi con amore si può” – “Le difficoltà si inaspriscono e aumentano gli episodi di stalking e maltrattamenti, insieme ad un abbassamento della tutela soprattutto nel mese di agosto, periodo feriale per magistratura e avvocatura, in cui diventa difficile prendere in esame ogni caso con la tempestività dovuta. Ed è’ difficile anche far eseguire provvedimenti già adottati dal magistrato”.

Si stima che solo nel 2018 sono stati circa 8.500 mila i casi di stalking. In estate ci si aspetta un inevitabile aumento di circa il 20%. Solitamente le vittime sono donne molto affermate dal punto di vista professionale. A rischio sono anche le donne che decidono di separarsi o di divorziare. Il 60% di queste donne hanno un’età compresa tra i 40 e i 60 anni. Sono donne che nel privato subiscono violenze interpretando i comportamenti del maschio come eccesso di amore e non come mancanza di rispetto.

L’uomo violento ha di solito un’interpretazione oggettistica della donna, non la considera una persona ma un oggetto che deve fare quello che dice lui - precisa Missiaggia. “Se poi questo non si verifica in modo immediato, anche dopo fasi di false riappacificazioni, scatta la violenza perché è come se non ci fosse altro sistema per raggiungere l’obiettivo. Il problema della vittima è anche personale, di non avere autostima e di non riuscire a trovare soluzioni, che purtroppo non ci sono: il soggetto violento o si cura perché ha deciso di farlo o la donna non può curarlo al posto suo. Negli ultimi tempi si sta cercando di lavorare sui più giovani, con un percorso di comunicazione nelle scuole contro la violenza sulle donne, che nel tempo dovrebbe portare al risultato di una relazione più equilibrata tra uomo e donna”.

Una donna che subisce stalking o violenza deve prima non esitare a denunciare il suo carnefice . D’estate ci sono sempre avvocati d’ufficio che possono supportare nel caso in cui non si abbia un avvocato di fiducia. È di vitale importanza allontanarsi, anche psicologicamente.

Non bisogna tentare di convincere l’uomo che quello che sta facendo è sbagliato ma è necessario rivolgersi ad amici, parenti, centri di accoglienza, rendendo pubblica la situazione di disagio, senza vergogna, per non rimanere isolate.

Allontanarsi subito e ove non possibile, non rispondere poi in modo aggressivo all’aggressione subìta: la maggior parte degli omicidi avviene a seguito dell’esasperazione di una situazione non protetta E soprattutto non accettare un ultimo appuntamento con la persona che ci ha mancato di rispetto, denigrato, maltrattato: false riappacificazioni tipiche del soggetto violento intenzionato a sottomettere la donna o ad eliminarla fisicamente”: consiglia vivamente l’avvocato Missiaggia.

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