Roma«Quando qualcuno mi dice che vuole confluire nel Pdl, io devo reprimere lidea di defluirne». Una battuta per lex ministro della Difesa, Antonio Martino, rivolto allassemblea dei Riformatori Liberali di Benedetto Della Vedova, che, per lappunto, stanno per tuffarsi nel Popolo della libertà. Battuta che ben rappresenta quello che vogliono essere i liberali dentro il grande laboratorio del Pdl: uniniezione di spirito critico e di liberalismo. Martino non esita a dare sferzate. «Berlusconi ha sempre vinto le elezioni con slogan liberali, la parola libertà è quella che usa di più - osserva Martino -. Ma ora il Pdl somiglia di più al colbertismo, al fascismo, al socialismo, ma non è liberalismo». Questultimo invece è lunica via per uscire da una crisi che ha dimostrato il «fallimento dello statalismo».
Un contributo che il premier dimostra di apprezzare intervenendo telefonicamente durante lassemblea dei Riformatori liberali per rivolgere a tutti «un sentito e sincero in bocca al lupo per questa avventura che si chiama Libertiamo». Per Berlusconi questa «sarà una voce che si aggiungerà alle altre che faranno del Pdl non un partito di correnti ma aperto alla discussione e al confronto».
Anche il presidente della Camera, Gianfranco Fini, esprime apprezzamento «per il contributo che i Riformatori offrono, con le loro analisi e proposte, alla costruzione di una moderna cultura politica allaltezza delle sfide che il nostro Paese deve affrontare in questa importante fase della vita italiana ed europea».
Tra i riformatori e Fini il feeling, soprattutto su alcune tematiche, è forte. «Noi siamo berlusconiani liberali e consideriamo le ultime posizioni di Fini su alcuni temi eccellenti - dice Della Vedova -. Rappresenteremo una polarità liberale nel centrodestra che irradierà valori e idee liberali su temi etici, economici e ambientali». Primo terreno di confronto sarà il testamento biologico.
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