La libertà artistica e il talento non saranno mai sostituiti dall'intelligenza artificiale: la capacità di creare resterà un talento umano. Sembra essere questa una delle certezze poche raccolte nell'interessante e pionieristico convegno organizzato al Ministero della Cultura dal sottosegretario Lucia Borgonzoni.
La materia è controversa ma soprattutto, per molti aspetti, ancora oscura: un Far West senza regole difficile da circoscrivere, ed è la stessa Borgonzoni ad ammetterlo nel suo intervento introduttivo, spiegando che il tema è sempre stato affrontato da un punto di vista tecnico, con impieghi in ambito scientifico «dove è facile circoscrivere le regole di applicazione». Una situazione completamente diversa rispetto ai concetti di creatività e genio, e all'autenticità dell'opera d'arte come prodotto umano. Ed è qui che il tema dell'IA divide, oppone e polarizza le posizioni tra chi ne vede un'opportunità e chi invece un pericolo, facendo il palio con i timori manifestati da un camaleonte della tecnologia come Elon Musk. Negli Stati Uniti il tema è al centro del dibattito culturale e politico, con lo sciopero a oltranza di attori, scrittori e sceneggiatori che a Hollywood, guidati dalla leggendaria Tata (Fran Drescher), sono sul piede di guerra contro gli studios. Il bersaglio? L'IA e il suo utilizzo in campi che ad oggi sono esclusivo dominio dell'uomo come soggetti, sceneggiature, correzioni e persino gli attesissimi casting. Nella Sala Spadolini del MIC lo sciopero sulle colline di quella che fu la fabbrica dei sogni è un tema ricorrente. C'è chi ricorda come l'IA nel cinema e nelle arti visive sia entrata da anni e proprio il cinema lo ha raccontato già quarant'anni fa Spielberg su tutti un po' come Jules Verne anticipò le grandi invenzioni del Novecento, solo che ora il mondo e la tecnica vanno a ritmi estremamente più serrati. Ospite a sorpresa il Ministro e Vicepremier Matteo Salvini che nel suo intervento si dice ottimista sull'originalità dell'uomo come essere generatore dell'arte, ma avverte che il treno dell'IA non può essere ostacolato né perso dall'Italia. La presenza di Salvini fuori programma cristallizza la sensibilità e l'importanza dell'IA, e non è un caso che sarà tra i temi in agenda nel prossimo G7 sotto la presidenza proprio dell'Italia. Borgonzoni fissa un punto inequivocabile: «Bisogna fornire al governo e al parlamento gli strumenti sul dove e come intervenire». Il sottosegretario si dice convinta che l'Italia, visto il valore in campo artistico, saprà affrontare le sfide «dell'intelligenza artificiale generativa applicata alle industrie creative». Anche l'Europa dovrà fare la sua parte, seguendo la stessa rotta stabilità con le norme sul copyright per tutelare l'originalità del Diritto d'autore, minacciato secondo molti dall'utilizzo dell'IA.
Contro ogni allarmismo parlando del fenomeno ChatGpt si è espresso Stefano Scarpetta (OCSE): «L'intelligenza artificiale è generativa, non crea nulla, genera solo contenuti». La creatività sembra essere destinata a restare frutto del genio e sregolatezza dell'uomo.
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