Fa tutto la difesa. Segna ed evita di essere bucata. Gli altri guardano e quelli sgobbano. Vince con uno dei peggiori in campo (Ranocchia) e salva il risultato con i riflessi ritrovati di Julio Cesar. Il panterone nerazzurro oggi vale un centravanti: in casella parate che valgono risultati. Tipico da pazza Inter: non è stata la difesa il punto debole (16 gol subiti) dei primi tre mesi di campionato? Bene, oggi è diventato il salvacondotto ( 2 reti in 6 partite) per riportarsi in alto. E la rincorsa continua. Tre vittorie di fila sono un babbà che mancava da sette mesi, ma da 14 trasferte i nerazzurri realizzano almeno un gol. I numeri fanno sorridere, il gioco un po’ meno. Il tanto basta per permettere a Ranieri di fare un po’ il gradasso in finta umiltà. «Noi siamo scusati, lo spettacolo lo vediamo dal Barcellona».
Ma finchè l’Inter va,lasciala andare.Quest’anno è inutile storcere il naso. La squadra è nuda e raccoglie quanto può senza badare ai mezzi. Aveva ragione Ranieri quandoincominciava a intravvedere migliori segnali dallo stellone. Il Cesena lo ha capito sulla propria pelle: ha tirato più spesso, e in modo più pericoloso, verso la porta di Julio Cesar e quello ha spolverato fama e repertorio togliendo gli incubi ai compagni quando ha respinto tiri avvelenati (un colpo da lontano di Candreva ed una conclusione acrobatica di Ghezzal). «Ho fatto una parata di riflesso sul tiro di Ghezzal, anche se la palla mi è venuta addosso», ha spiegato l’interessato. Poi è bastato che Ranocchia si avvicinasse all’area per cavarne la capocciata che ha messo il rimorso addosso ad Antonioli e compagni. E se il Cesena ha prodotto gioco aggressivo, veloce, incessante nel non mollare, l’Inter si è rinchiusa negli appartamenti suoi sostenuta dalla buona vena difensiva di tutta la squadra. Che poi Milito, Pazzini e Coutinho siano finiti come polli allo spiedo, infilzati e inermi, è problema che andrà risolto con il passare del tempo. «Però, in qualche modo, un gol lo tiriamo fuori sempre », si è consolato Ranieri. Detto questo, l’allenatore ha ammesso anche le colpe, compresi gli errori di scelta («Coutinho non riusciva a dare palle giocabili ») ed ha lasciato traccia sul rimedio.
Semplice nella forma (i risultati), meno nella sostanza. «C’è mancata un po’ di autostima che ora stiamo recuperando. Quando ottieni risultati giochi con più fluidità ed allegria, anche se Julio Cesar ci ha salvati. Abbiamo concesso contropiedi facili e giocato in modo non fluido». Buon che l’ha detto lui, così si evitano dubbi: l’Inter ha giocato malaccio,gli attaccanti hanno bisogno di essere meglio innescati, ma devono svegliarsi. Il problema sta in un centrocampo ancora fragile e di poco movimento.
Il recupero di giocatori di qualità ha già regalato faccia migliore ( è ricomparso Forlan), l’Inter che ha segnato appena 18 reti segnala il punto debole (ieri solo Stankovic nell’ultimo minuto ha sfiorato il raddoppio).L’Inter che vince con un golletto segnala che non sarà stagione scudetto, ma il disastro si è allontanato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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