Lippi a lavoro Prepara la nuova Italia

Il ct prepara la sua seconda nazionale: "Rispetterò le scelte definitive di Totti e di Nesta. Da Amauri vorrei una scelta precisa per l’azzurro. Come ha fatto Balotelli"

Lippi a lavoro 
Prepara la nuova Italia

Caro Lippi, mancano meno di tre settimane al debutto di Nizza: come procede il suo lavoro?
«Siamo ancora nella fase uno. Solo tre squadre, Juve, Fiorentina e Napoli, impegnate in preliminari di Champions e Intertoto, hanno preso a fare sul serio, le altre hanno cominciato da qualche giorno appena. Seguirà la fase due: e sarà interessante assistere alla nascita della nuova stagione».

Ha sentito i suoi eroi di Berlino?
«Naturalmente sì. Non tutti, ma alcuni. E tra questi il capitano Fabio Cannavaro, a cui ho ripetuto, pari pari, il predicozzo fatto in pubblico a Roma, il giorno della presentazione. Ho detto a Fabio: io conto su tutti, non intendo buttare via niente di quel gruppo formidabile. È in grado di dare ancora tanto, sotto il profilo fisico, tecnico e psicologico. L'obiettivo è il mondiale 2010, lo so benissimo: perciò gradualmente inseriremo elementi nuovi, provenienti dalle altre nazionali».

È vero l'allarme sul conto della salute del capitano azzurro?
«L'ho sentito al telefono sereno e soddisfatto, mi ha informato sul suo programma di riabilitazione, nessun allarme».

La sua prima missione, caro Lippi, è stata quella di battezzare la nazionale in partenza per Pechino: si può sapere cosa ha detto loro?
«Ho confessato che a vederla giocare, è una squadra bellissima, capace di trasmettere vere emozioni e che dimostra di avere un bel feeling con lo staff tecnico. Ho detto: siete in grado di vincere l'oro, andate e guadagnatevelo. Per alcuni di loro, al ritorno dall'esperienza cinese, ci sarà spazio anche nella Nazionale maggiore».

Se facciamo i nomi di Giovinco e Rossi siamo vicini al vero?
«Meglio evitare convocazioni premature».

A giudicare dalle prove recenti anche l'under 19 promette bene: si può pescare in quel gruppo?
«Il serbatoio del calcio italiano è di grande qualità. Ho seguito l'under 19 e ho fatto il tifo davanti alla tv durante la finale contro la Germania. Lo so che molti mi chiedono di Forestieri: non voglio creare aspettative eccessive. Piuttosto sono io che segnalo nell'under 16 e nell'under 17 altri talenti. Ne sentirete parlare molto presto».

A proposito del torneo di Pechino, condivide il ricorso ai fuoriquota: che ci fa Ronaldinho laggiù?
«Le disposizioni della Fifa vanno rispettate. Sugli under 23 non si giustificano le resistenze di alcuni club, per fortuna non italiani. Sui fuori quota la mia filosofia è quella di sempre. Dopo che per due anni un gruppo ha lavorato sodo e si è conquistato il torneo finale di Pechino, è giusto lasciare loro la possibilità di giocarsela fino in fondo».

Nel calcio italiano c'è un ritorno di entusiasmo: merito di chi?
«Dei nuovi arrivi, naturalmente. Uno su tutti: Mourinho all'Inter. È un personaggio carismatico, mi piace molto e sono convinto che se saprà motivare i suoi, riuscirà a superare l'esame. Non ha alle spalle una facile eredità da raccogliere: i tre scudetti di Mancini sono macigni».

Come fa a essere così sicuro che funzionerà ad Appiano Gentile?
«Per un motivo quasi banale: ne ho sentito parlare benissimo da parte di tutti i calciatori che hanno lavorato con lui».

Dopo Mourinho, Ronaldinho: con chi si schiera Lippi, con chi pensa a un flop o chi lo ritiene il colpo dell'estate?
«Con i secondi. E la spiegazione anche qui è semplice. Dopo anni di Barcellona e di calcio spagnolo, il brasiliano aveva bisogno di rigenerarsi. Ha scelto lui, e lui soltanto il Milan, squadra di grande prestigio, l'ha voluto con tutte le sue forze, ha dentro una spinta che diventerà benzina per il motore».

Alla Juve invece infuria la polemica per il mercato in tono minore: condivide?
«Coloro i quali scrivono e ripetono di Juve operaia, devono chiarire il concetto. Alla Juve ci sono fior di campioni, da Buffon a Del Piero, Nedved, Trezeguet. Non sono certo operai, nel senso letterale del termine. Tutti insieme, i campioni e gli altri, hanno in dote il dono della concretezza ma questa è una risorsa non un limite. Critica la Juve solo chi considera una squadra di calcio al pari di una parata di stelle. E invece si tratta di un mosaico che io vedo nel lavoro di Ranieri».

Amauri continua a ondeggiare tra Brasile e Italia: lei lo chiamerà?
«Io sono stato chiaro: non voglio tentennamenti, non gradisco calcoli meschini, chiedo a chi è interessato alla maglia azzurra, una dichiarazione netta».

Tipo quella di Balotelli, per esempio...
«Esattamente».

Ma Amauri è in attesa...
«Certo, sono informato. Sta aspettando che la moglie diventi italiana, per potersi iscrivere all'anagrafe italiana. Ma nel frattempo mi piacerebbe sentire da lui parole schiette».

Nesta si è ritirato in disparte, Totti ha tenuto aperta una porticina con la Nazionale: la sua posizione, caro Lippi, è per caso cambiata sull'argomento?
«Ho letto che Francesco è tutto proteso a recuperare per la supercoppa del 24

agosto, me lo auguro per lui. Per quel che riguarda la Nazionale non ci sono cambiamenti. Totti e Nesta sono due persone serie, hanno rinunciato all'azzurro, l'hanno fatto a costo di sacrifici: rispetterò la loro scelta».

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