Lippi rivuole la vecchia Italia "La mia non prendeva mai gol"

Stasera contro la Georgia il ct mondiale cerca di aggiustare la nazionale e lancia una frecciata a Donadoni: "Questa squadra ha disimparato troppe cose". La partita andrà in scena sotto il palco di Vasco Rossi

Lippi rivuole la vecchia Italia  
"La mia non prendeva mai gol"

Udine - Vediamo se resiste il “fattore G”. Per chi frequenta da qualche giorno la Nazionale versione 2008 riaffidata a Marcello Lippi, il “fattore G” è costituito dalla sequenza di incidenti capitati a tre azzurri, tutti con la stessa iniziale, Gamberini, Grosso e Gattuso. Stasera con la Georgia che avanza decisa al cospetto dell'Italia riveduta e corretta dopo la figura non esaltante di Cipro, bisognerebbe toccare ferro. Oppure seguire con apprensione la performance di Alberto Gilardino destinato in partenza alla panchina, a leggere l'ultimo orientamento del Ct che sull'argomento non risulta particolarmente sensibile. Un solo cedimento l'avvertì lunedì pomeriggio a Gradisca d'Isonzo, dopo il curioso incidente toccato a Gattuso, caduto nel pozzetto di una panchina e finito all'ospedale per un polso fratturato. «È vero, ho tirato qualche moccolo» confessa Lippi, capace di smaltire anche il dispetto per un modesto insulto muscolare da lui stesso avvertito nell'atto di calciare un pallone con forza, durante l'allenamento di ieri mattina.

Macumbe a parte, vediamo stasera se resiste anche il fattore Berlino per la Nazionale con lo scudetto mondiale sul petto. Lippi non si discosta dal gruppo richiamato alle armi ma provvede, con lucido realismo, a ritoccare in modo sensibile lo schieramento allestito a Larnaca. Tre i ritocchi in partenza (Legrottaglie e Dossena in difesa, Aquilani a centrocampo), tre i successivi cambi (Iaquinta, Del Piero, Palombo) previsti in corsa: fanno sei su 11, oltre il 50% di quell'Italia sciatta e sulle gambe vista arrancare contro i ciprioti e salvata dal talento mondiale di Buffon oltre che dalla mira strepitosa di Di Natale. I due protettori dello stellone azzurro ci sono, garantito. «Non per soddisfare il pubblico di Udine ma perché Totò se lo merita», la didascalica spiegazione fornita dal ct che rimette in sella ancora una volta Toni, al centro dell'attacco. Non è il tipo da "scaricare" i suoi eroi di Duisburg al primo testa-coda. Stessa scelta per Cannavaro, capitano e guida spirituale della difesa, esposta agli attacchi ciprioti e forse stasera meglio organizzata col contributo di Legrottaglie dinanzi alla Georgia, nella graduatoria Fifa al posto numero 77. «Se Fabio mi dice che si sente pronto, io mi fido del mio capitano», riferisce il ct con scrupolo.

Vediamo stasera allora se migliora la resa del calcio azzurro. La Georgia di Cuper, ferita nella testa più che nelle gambe dalle vicende interne, non sembra capace di infierire, almeno nella corsa, come i sottovalutati ciprioti. Ma piegarla non sarà operazione semplice. «Chiedo una prova più dignitosa» avanza moderato Lippi incuneandosi tra le censure aspre collezionate al ritorno da Cipro. E perciò autore di una intemerata che risulta essere anche una scudisciata sul lavoro di Donadoni. «Non m'importa fare una qualificazione spettacolare e poi magari uscire dal mondiale al primo turno: mi massacrereste egualmente, conta far bene tra due anni», parte da lontano la rincorsa di Lippi, bello carico come nelle vigilie più tese della sua carriera. Quando carica come il toro nell'arena (ricordate prima dell'Australia?) è buon segno. «Bisogna recuperare qualità antiche che si sono smarrite: prima non prendevamo mai gol e adesso li incassiamo con facilità, dobbiamo ridiventare una squadra con due palle così e un cuore grandissimo» insiste con uno sguardo rivolto al passato, al suo passato.

Intanto prova il rinnovamento: Dossena, laterale sinistro difensivo, amato dal pubblico friulano, è il primo della

lista seguito da Aquilani che all'europeo non colse l'occasione servitagli da Donadoni (contro la Spagna). Legrottaglie non è proprio un debuttante ma nell'attesa di Chiellini può cementare una trincea diventata di burro.

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