Una «lista nera» dei condannati per reati contro gli animali: la chiede l'Aidaa

L'associazione animalista chiede al governo di rendere pubblici i nomi delle persone che si rendono responsabili di maltrattamenti, uccisioni, sfruttamento, corse clandestine. E propone di impedire loro di acquistare o adottare un'altra bestiola per evitare la recidiva

Una lista pubblica con i nomi dei condannati per violenza contro gli animali e il divieto per costoro di possedere in futuro un altra ignara bestiola. È la richiesta fatta al governo dall'Aidaa (associazione italiana difesa animali e ambiente). «Crediamo - spiega Lorenzo Croce, presidente nazionale di Aidaa e promotore dell'iniziativa - che sia necessario rendere pubblico il nome delle persone che sono condannate per i reati contro gli animali o che usano animali per commettere reati e allo stesso tempo chiediamo che queste persone siano interdette in maniera perpetua dal poter acquistare, tenere, accudire, possedere, allevare o adottare qualsiasi animale in modo da evitare qualsiasi rischio di recidiva». Rischio che, stando alle liste nere compilate dalle associazioni animaliste, è molto alto, se è vero che circa il 90 per cento dei reati segnalati è compiuto da persone che si sono già resi protagonisti di episodi simili.
In Italia ogni anno vengono denunciati almeno 55mila reati contro gli animali (maltrattamento, uccisioni, truffe, violenze generalizzate, canili lager, corse e combattimenti clandestini) e di questi solamente il 12 per cento viene preso in carico dai tribunali italiani e solo nel 3 per cento dei casi si arriva a istruire un vero e proprio procedimento giudiziario che arriva a sentenza mente nel restante 85 per cento dei casi le denunce e gli esposti restano lettera morta. «Quindi - spiega Croce - se da una parte occorre incentivare l'attività di repressione contro questi reati, dall'altra è importante che i nomi di coloro che sono condannati in via definitiva per questo tipo di reati vengano resi pubblici, cosi come avviene ad esempio in California».
«Su questa vicenda - conclude Croce - ho scritto oggi una mail al sottosegretario Francesca Martini invitandola ad un impegno in tal senso.

Sarebbe un passo di grande civiltà e allo stesso tempo un modo per alleggerire i tribunali di centinaia di denunce per reati contro animali che molto spesso non vengono prese nemmeno in considerazione dalla magistratura, anche se a commettere tali reati sono spesso persone già precedentemente segnalate e oggetto di denunce ed esposti in quanto responsabili di reati e violenze ai danni di animali».

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