Ferrara: Palazzo dei Diamanti e i suoi misteri

Simbolo di Ferrara e del rinascimento italiano, il Palazzo dei Diamanti è noto per il suo particolare rivestimento e per un mistero non ancora svelato

Ferrara: Palazzo dei Diamanti e i suoi misteri

Palazzo dei Diamanti è uno dei simboli di Ferrara, la città estense che ospita uno dei monumenti più celebri dell’architettura rinascimentale italiana e fulcro della cosiddetta Addizione Erculea, un ambizioso progetto di rinnovo urbanistico voluto da Ercole I d’Este a partire dal 1484.

Con lo scopo di potenziare le mura difensive della città, infatti, quest’ultimo decise di far realizzare un complesso rifacimento del centro di Ferrara aprendo nuove vie principali e creando il Quadrivio degli Angeli, che vede agli angoli alcuni dei palazzi estensi più noti: il Palazzo Prosperi-Sacrati, il Palazzo Turchi di Bagno e proprio il maestoso Palazzo dei Diamanti.

Palazzo dei Diamanti: l’origine del nome

Ferrara

Il Palazzo dei Diamanti deve il nome alla particolare tecnica di lavorazione delle pareti esterne, detta appunto bugnato a punta di diamante: le superfici sono completamente ricoperte di bugne, vale a dire pietre sporgenti tagliate geometricamente e caratterizzate da contorni netti e levigati, disposte sapientemente in modo da formare una serie di piramidi con la punta rivolta verso l’esterno.

L’obiettivo di questa tecnica architettonica era quello di creare un effetto prospettico sorprendente, grazie all’inclinazione delle pietre e ai riflessi luminosi creati di conseguenza. Proprio per questo, l’edificio è noto anche con l’appellativo di “palazzo di luce”.

I diamanti, quindi, non sono altro che i blocchi di marmo bianco e rosato saggiamente incastonati sulle pareti del palazzo e su tutti i suoi lati: pare che il numero delle pietre si aggiri intorno alle 8.500 unità, una cifra da record che non si riscontra negli altri palazzi rinascimentali dove è stata sperimentata questa tecnica, molto diffusa in epoca rinascimentale e ampiamente sfruttata per creare maestosità, sorpresa e prestigio per il committente.

I misteri di Palazzo dei Diamanti

Il Palazzo dei Diamanti è legato a una leggenda fin dalla sua creazione. Il mistero ruota intorno alla presenza di un diamante vero nascosto tra i blocchi di marmo, incastonato dallo stesso Ercole I d’Este dopo averlo estratto dalla sua corona.

Non è dato conoscere la posizione esatta della pietra preziosa: si dice Ercole abbia rivelato il segreto solo al capomastro, pagando profumatamente il suo silenzio e assicurandosi che non potesse mai rivelarlo a nessuno, facendolo accecare ed ordinando che gli venisse tagliata la lingua.

La storia del palazzo di luce

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La costruzione del Palazzo dei Diamanti ha avuto inizio nel 1495 per volere di Sigismondo d’Este, fratello del duca Ercole I° d’Este che decise di affidare i lavori di progettazione all’architetto ferrarese Biagio Rossetti.

È stato il tagliapietre Gabriele Frisoni di Mantova, invece, a occuparsi del taglio dei blocchi di marmo e della composizione delle pietre: un lavoro meticoloso che doveva creare suggestivi giochi di luce in qualsiasi momento della giornata.

Il palazzo è stato acquistato dal Comune di Ferrara nel 1832 e oggi ospita le Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea, oltre

alla Pinacoteca Nazionale e a una serie di esposizioni temporanee. Danneggiato in modo grave dai bombardamenti del 1944, l’edificio è stato successivamente oggetto di una serie di interventi di restauro.

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