Custoza, a pochi chilometri da Verona, è stata il tragico scenario di alcune delle più sanguinose battaglie che hanno segnato il Risorgimento italiano. Teatro della prima e terza Guerra di Indipendenza, il territorio ha raccolto le spoglie di una moltitudine di soldati che hanno perso la vita durante i conflitti, i cui resti sono conservati all’interno di un monumento funerario realizzato proprio per raccogliere le spoglie dei caduti.
L’Ossario di Custoza, infatti, raccoglie i resti di circa duemila soldati appartenenti sia all’esercito italiano sia a quello austriaco, morti il 1848 e il 1866. Lo scontro combattuto a Custoza tra il 22 e il 27 luglio 1848, infatti, ha visto le truppe guidate da re Carlo Alberto di Savoia scontrarsi con l’esercito dell'Impero austriaco con a capo il maresciallo Josef Radetzky. Nel 1866, invece, la battaglia di Custoza ha dato inizio alla terza Guerra d’Indipendenza.
Le origini dell’Ossario di Custoza
Costruito sulla collina del belvedere di Custoza in provincia di Verona, l’Ossario è stato fortemente voluto da don Gaetano Pivatelli, il parroco del paese che si fece promotore di una campagna di scavi per disseppellire i resti dei soldati morti durante le due guerre, inizialmente collocati all’interno di fosse comuni.
Il monumento funerario, invece, aveva lo scopo di garantire ai soldati una degna sepoltura e raccogliere in modo decoroso le loro spoglie, portando avanti la memoria storica dei caduti indipendentemente dalla nazionalità. La stessa iscrizione collocata all’interno della cappella, infatti, cita: “Nemici in vita, morte li adeguò, pietà li raccolse”.
Inaugurato il 24 giugno del 1879 alla presenza del principe Amedeo di Savoia Duca d'Aosta e dei rappresentanti dell'Impero Asburgico, l’ossario è stato costruito sulla base del progetto vincitore di un concorso nazionale indetto nel 1877 e realizzato dall’architetto Giacomo Franco.
Il monumento funerario e la cripta
La struttura dell’Ossario di Custoza è basata su una pianta ottagonale e su una struttura divisa in tre parti, sovrastata da un obelisco che si estende per 38 metri d’altezza. L’obiettivo del comitato sostenitore della costruzione dell’ossario presieduto dal Sindaco di Verona, infatti, era quello di costruire un edificio a carattere civile e dotato di una semplice mensa d’altare, che potesse elevarsi il più possibile in modo da poter essere visto anche da lontano.
Sotto la cappella che custodisce il ritratto di Don Pivatelli si trova la cripta, il cuore del monumento che conserva i resti dei soldati di parte italiana e austriaca. Lunghe serie di teschi sono appoggiate su mensole di pietra, mentre in altri punti della cripta sono conservate altre ossa dei caduti. Solo una parte dei teschi presenta un cartellino identificativo del nome e del grado militare, mentre la maggior parte delle spoglie non ha alcuna identificazione.
Il piano superiore del monumento, infine, è caratterizzato da un ballatoio che si raggiunge attraverso una scala e che permette di accedere a una vista panoramica molto suggestiva.
L’Ossario di Custoza non è l’unica struttura funeraria dedicata ai caduti del territorio, infatti nel 1870
erano stati inaugurati l’Ossario di Solferino e l’Ossario di San Martino della Battaglia rispettivamente nel mantovano e nel bresciano, entrambi commemorativi dei soldati caduti nel corso della battaglia del giugno 1859.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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