Ci sono città, la maggior parte, che nascono per fini abitativi o come poli commerciali. Altre in passato sono nate come avamposti militari e sono successivamente cresciute fino a diventare punti di riferimento urbani. C'è però una città in Umbria con delle origini e caratteristiche piuttosto particolari: La Scarzuola, anche detta la "città-teatro".
La Scarzuola si trova come detto in Umbria, più precisamente in località Montegabbione (provincia di Terni). Più che una vera e propria città rappresenta un progetto visionario che si muove lungo diversi spazi, intesi come dimensioni esterne ma anche come percorsi interiori. Progetto che porta la firma dell'architetto milanese Tomaso Buzzi.
La Scarzuola, la città ideale di Tomaso Buzzi
Un luogo singolare, dove astrologia, esoterismo, spiritualità e storia si fondono in uno scenario surreale. Tomaso Buzzi volle realizzare La Scarzuola nel tentativo di realizzare "la città ideale", dove un percorso di simbolismi basato sull'opera "Hypnerotomachia Poliphili" (di Francesco Colonna, 1499) apre la strada a un viaggio di riscoperta di sé. Passaggi labirintici, antiteatri, torri, camminamenti a spirale, scale, torri e colonnati fanno tutti parte di quest'opera.
Come mai La Scarzuola si è meritata il soprannome di città-teatro? Facciamo qualche passo indietro, fino alle origini di questo luogo, per scoprirlo. Il progetto prese il via nel 1956, quando Buzzi acquistò e restaurò il convento francescano. A fianco di questa costruzione storica costruì la sua città ideale, tra il 1958 e il 1978, con l'obiettivo di realizzare una vera e propria "macchina teatrale". Sette i palcoscenici teatrali, di cui l'Acropoli rappresenta il più rilevante. Fanno parte di questa magnifica scena teatrale edifici come il Colosseo, la Piramide, Villa Adriana e Villa d'Este, il Pantheon, il Tempio di Vesta, la Torre dell'Orologio di Mantova, la Torre dei Venti e i giardini di Bomarzo.
Tomaso Buzzi morì nel 1981, lasciando incompiuta la sua opera. Una mancata conclusione puramente voluta, stando almeno a quanto contenuto in una sua celebre affermazione riguardante l'incompiutezza e il tempo: "Dovrei ottenere il fascino del Non-Finito che si apparenta a quello delle Rovine, che entrambi danno all’architettura quella quarta dimensione che è il tempo". Buzzi ha poi concluso affermando che "Anche nel giardino mi piacerebbe ottenere la quarta dimensione, cioè il tempo (e il movimento) cogliendo le statue nel loro divenire (nella loro formazione)".
Attualmente si tratta di un edificio privato, ma accessibile alle visite in determinati giorni e orari. È possibile prenotare anticipatamente la visita, che durerà circa due ore e avrà come guida Marco Solari (erede e nipote di Tomaso Buzzi).
San Francesco e l'antico convento
Molto prima che sorgesse La Scarzuola si racconta che qui soggiornò, nel 1218, San Francesco. Il santo piantò una rosa e l'alloro. Nello stesso punto, si narra, sgorgò miracolosamente una fontana; in seguito a questo avvenimento costruì in quest'area la sua capanna. Anni più tardi i Conti di Marsicano vollero edificare in quella zona un convento francescano.
Esiste un'ulteriore collegamento tra La Scarzuola e San Francesco. Sembra che il nome assegnato alla città-teatro umbra derivi dalla pianta utilizzata dal santo, la scarza, per realizzare la propria capanna.
Foto in evidenza: LigaDue - Wikimedia
La Scarzuola, particolare: Sailko - Wikimedia
Convento francescano: Sailko - Wikimedia
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