Favorire la transizione dell'industria automobilistica e del relativo indotto, ma senza ideologie. Tutelando quindi le imprese e i posti di lavoro. La Lombardia è locomotiva d'Europa nel raggiungimento di questo obiettivo, sul quale si gioca il futuro di un settore che dà lavoro a circa 14 milioni di persone nel Continente. La Regione ha infatti assunto la guida dell'Automotive Regions Alliance (Ara), l'alleanza tra 36 regioni europee impegnate proprio in questa direzione. E al ruolo di presidente di questa rete politica è stato eletto Guido Guidesi, assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia. «La presidenza per la Lombardia ha affermato il governatore Attilio Fontana - arriva al culmine di un lavoro politico attuato per tessere alleanze con i territori, per portare l'Ue ad assumere posizioni di maggiore buonsenso rispetto alla transizione dell'automotive. Abbiamo promosso un forte accordo tra Regioni europee di diverso colore politico che condividono con noi istanze pragmatiche per la tutela e il rilancio del settore».
Per il sistema lombardo si tratta dunque di un importante riconoscimento, che attesta la validità di un percorso iniziato oltre due anni fa, quando Guidesi sfidando un clima europeo di generale negligenza politica dava voce a una battaglia per la salvaguardia di questo comparto. Allora, in pochi scommettevano su quella decisione, che i mercati hanno però premiato: oggi la Lombardia è prima per manifattura nel Continente.
«L'Alleanza delle 36 Regioni e il lavoro tra le Regioni stesse saranno fondamentali per cercare di portare proposte concrete alla prossima Commissione Europea. Idee che permettano all'automotive di conservare la sua importanza strategica», ha dichiarato lo stesso Guidesi, tracciando nuovamente la strada: «Il primo passo è farsi ascoltare dalla nuova Commissione affinché i dovuti correttivi salvino un settore importante e strategico».
Va dunque promosso il principio della neutralità tecnologica, secondo il quale l'Ue non dovrebbe imporre la tipologia di automobile da utilizzare, ma concentrarsi piuttosto sulla definizione degli obiettivi ambientali da raggiungere, lasciando ai territori la libertà di scegliere le soluzioni tecnologiche più adeguate: elettrificazione, idrogeno o combustibili alternativi. Con lungimiranza, la Lombardia aveva da tempo puntato l'attenzione su questo aspetto. Nel marzo 2022, nella prima assemblea annuale Ara tenutasi a Lipsia, Guidesi aveva subito posto l'accento proprio sulla neutralità tecnologica e sulla tutela del settore.
Il secondo importante passaggio era stato l'elaborazione di uno studio che confermava le grandi potenzialità dei carburanti rinnovabili. L'analisi scientifica predisposta dal Cluster Lombardo della Mobilità è stata poi sottoposta sia al governo Draghi sia a quello attuale. Fondamentale anche il passo in avanti compiuto alla seconda assemblea annuale dell'Alleanza, a Pamplona, dove la Lombardia ha portato sulle proprie posizioni tutte le otto regioni italiane presenti nell'Ara (Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Abruzzo, Molise, Basilicata, Veneto e Umbria).
Lo scorso 29 novembre, a Monza, un ulteriore punto di crescita: nell'ambito del terzo convegno annuale è stata firmata una nuova dichiarazione con passaggi fondamentali voluti dalla Lombardia e sottoscritti da tutte le 36 regioni Ara. Nel documento di 30 articoli risaltano in particolare i riferimenti alla neutralità tecnologica in merito ai «modi di conseguire l'obiettivo della mobilità stradale a zero emissioni». Viene inoltre riaffermata la necessità di «rispettare l'ampia varietà di situazioni di mobilità e di integrare l'elettrico con le tecnologie alternative, climaticamente neutre dalla produzione all'impiego, eventualmente esistenti, in linea con la dichiarazione adottata al vertice del G7 Trasporti svoltosi a Milano nel 2024».
Ora per il sistema Lombardia e per l'assessore Guidesi l'impegno continua: entro il 2026, quando la Commissione Ue valuterà i dati delle emissioni e quelli del consumo di carburanti, la Regione punta a dimostrare
l'affidabilità in ambito ambientale dei carburanti alternativi. Una sfida tutt'altro che impossibile, grazie al percorso svolto sinora e allo sviluppo delle tecnologie già presenti, che agevolano il raggiungimento di questo traguardo.
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