Nell'immaginario collettivo, la Lombardia viene spesso associata a Milano, la metropoli che incarna il dinamismo e l'avanguardia tecnologica. Eppure, al di là della dimensione urbana, la regione custodisce un patrimonio meno noto ma di enorme valore: l'agricoltura. Celebre per tante eccellenze, la Lombardia si distingue anche come la vera e propria dispensa d'Italia. Lo dicono i numeri: il sistema agricolo lombardo ha superato nel 2023 i 10,5 miliardi di valore, con una produzione cresciuta del 4,9 percento. Il territorio lombardo è la patria del settore zootecnico nazionale, dove si produce quasi metà del latte italiano e si allevano i suini che alimentano le filiere per molti dei salumi più rinomati del Paese, anche quelli prodotti in altre regioni, confermando il suo ruolo strategico lombardo nella filiera alimentare nazionale. La Lombardia vanta una produzione agricola ricca e diversificata: tra i prodotti di punta si annoverano anche il riso, il mais, vini e formaggi di grande pregio, frutta e verdura con alcuni primati poco conosciuti: la Lombardia è, infatti, tra le prime produttrici nazionali di pomodoro.
«La nostra agricoltura -sottolinea il presidente Attilio Fontana- è l'espressione di una tradizione consolidata che si fonde con una capacità di innovazione senza precedenti. Le aziende agricole lombarde stanno affrontando con coraggio la sfida della sostenibilità. Una sfida che non riguarda solo l'ambiente, ma coinvolge anche aspetti economici e sociali, essenziali per garantire un futuro al settore». Già, la sostenibilità. Quella che il presidente Fontana declina nella giusta accezione, «in realtà spiega il governatore - è una parola sempre più abusata. Soprattutto se la sostenibilità viene ideologizzata, diventando la scusa per orientare politiche europee che, se non saremo in grado di correggere, avranno effetti devastanti sulla nostra agricoltura».
«Quello che molti non capiscono sottolinea l'assessore all'Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste Alessandro Beduschi è che in Lombardia l'agricoltura è oggi l'avanguardia della sperimentazione, dell'uso di tecnologie innovative e di tutti gli strumenti che permettono di garantire a tutti noi cibo sano, di qualità, al giusto prezzo. Abbiamo l'occasione di dimostrare che la tradizione può evolvere senza essere sacrificata. Proteggere l'agricoltura non significa fermare il progresso, ma orientarlo verso un modello che metta al centro la terra e le comunità».
In questa sfida che parte da lontano, la Regione investirà metà delle risorse europee a lei assegnate per il periodo 2023-2027, circa mezzo miliardo di euro, per finanziare l'innovazione. Ma proprio perché non siamo all'anno zero, un giro per campi e aziende lombarde è la miglior prova per fotografare un settore che si evolve e dove l'alleanza tra istituti di ricerca, startup e istituzioni è sempre più forte.
Lo si vede in Valtellina, dove i droni vengono utilizzati per effettuare i trattamenti nei vigneti, facilitando il compito dei viticoltori che da sempre operano in condizioni difficilissime e dove le macchine non arrivano. O in Lomellina, dove per la prima volta in Italia Regione e Università di Milano stanno sperimentando le Tecnologie di evoluzione assistita (Tea) che, intervenendo sul genoma della pianta senza essere Ogm, la rendono resistente a un fungo che è capace di dimezzare i raccolti, dandoci un riso più sano e riducendo drasticamente l'uso di sostanze antiparassitarie.
La sfida più grande si gioca nelle stalle. I reflui degli allevamenti, oggi il vero problema che mette il settore sotto la lente di ingrandimento ambientalista, sono il vero oro nero della Pianura Padana. Le tecnologie già oggi ci consentono di trasformarli in biogas e biometano e il futuro è produrre idrogeno, cioè energia pulita dagli scarti delle stalle. E quello che rimane da questi processi di trasformazione, chiamato digestato, sarà al centro di una sperimentazione su larga scala per testarne le sue capacità di fertilizzare i campi, anche in questo caso limitando concimi chimici.
Dove? In Lombardia, dove tecnologia, macchine e attrezzature 4.
0, uso dei dati per ottimizzare trattamenti e lavorazioni, sono all'ordine del giorno in migliaia di aziende agricole. Un'occasione per dare un futuro lavorativo ai giovani in un settore che ha fame di tecnici e professionisti sempre più preparati e capaci di misurarsi con le sfide tecnologiche del futuro.
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