Lontani dalle follie del Palazzo

Paolo Armaroli

Se la politica italiana è maledettamente complicata, la colpa non è del destino cinico e baro. La responsabilità ricade invece sul gobbo di molti protagonisti, pronti magari a spezzarsi pur di non spiegarsi. A tal punto che i commentatori degli accadimenti politici e istituzionali sono da compatire. Costretti a spiegare all'opinione pubblica ciò che loro stessi non capiscono. Gli esempi, del resto, si contano a bizzeffe. Non potendoli enumerare tutti, ci limitiamo a citare i casi più eclatanti.
Prendiamo Romano Prodi. Fa l'estremista. Per prudenza. Ormai il 16 ottobre, quando si svolgeranno le primarie nell'Unione, batte alle porte. E il Professore sa bene che alla sua destra c'è ben poco da rosicchiare. Difatti Mastella e Di Pietro presidiano alla bell'e meglio quest'area. Perciò i voti Prodi è costretto a cercarseli alla sua sinistra. Sulla carta può fare affidamento sui consensi della Margherita e della Quercia. Ma solo sulla carta. Teme infatti che la sinistra dei Ds possa fargli lo sgambetto e votare, anziché per lui, per Bertinotti. Ossia per il vero sfidante del Professore bolognese. E allora il suo motto è: nessun nemico a sinistra. Il che spiega i suoi furori su tutto ciò che propone la Casa delle libertà: dalla proporzionale alla legge finanziaria. Ma chi ci capisce è bravo. Visto che i sondaggi prevedono la vittoria dell'Unione alle elezioni politiche della prossima primavera, il premio di maggioranza previsto dalla riforma elettorale dovrebbe allettarlo. E invece per tigna pronuncia, more solito, un triplice no.
Un altro che non ce la racconta giusta è Luciano Violante. Il presidente dei deputati della Quercia è il vero regista dell'ostruzionismo in atto alla Camera. Un giorno sì e l'altro pure promette, o per meglio dire minaccia, di ricorrere a tutte le risorse offerte dal regolamento di Montecitorio. Il fatto è che la situazione è grave ma non è seria. Si dà il caso che, ai bei tempi (si fa per dire) in cui era presidente della Camera, si fece promotore di modifiche regolamentari volte di norma a castrare ogni velleità ostruzionistica. Non pago, ritenendosi evidentemente fonte del diritto, Violante strinse ancor più i freni in via di prassi. Con il risultato che, nonostante il regolamento di Montecitorio preveda lo scrutinio segreto per le leggi elettorali, si voterà a volto coperto solo su quelle disposizioni che traducono i voti in seggi. Insomma, chi è causa del suo mal pianga se stesso.
E che dire di Follini? Il segretario dell'Udc ha insistito a tal punto sulla riforma proporzionale che alla fine tutta la Casa delle libertà per sfinimento gli ha detto di sì. Dopo di che Follini ha avuto da eccepire. Non tanto sul fatto che non è previsto il voto di preferenza, ma perché l'opposizione sta facendo le barricate. Alice nel Paese delle Meraviglie non avrebbe saputo fare meglio. Come poteva pensare il Nostro che l'opposizione dicesse di sì entusiasticamente a una proposta di modifica radicale della legge elettorale, bella o brutta che sia, quando la sullodata opposizione si mette regolarmente di traverso a ogni iniziativa legislativa del governo e della sua maggioranza?
Dulcis in fundo, Casini. Destinato a provocare scontento a dritta e a manca. L'Unione lo contesta per il suo protagonismo a proposito della riforma elettorale, nonostante che abbia sempre diretto i lavori della Camera in maniera ineccepibile. In guisa tale, insomma, da non far rimpiangere Violante. E non si capisce perché ora perori, puntando i piedi, la causa delle primarie nella maggioranza. Perché farebbe la figura del barone de Coubertin. Per il quale, com'è noto, l'importante non è vincere ma partecipare.

Cari lettori, ci capite forse qualche cosa? Noi, confessiamo la nostra pochezza, di sicuro no. Perché di mestiere facciamo i costituzionalisti. E non abbiamo nulla a che vedere con la psichiatria.
paoloarmaroli@tin.it

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