Lorenz, l'inimitabile (nel bene e nel male)

Lorenz, l'inimitabile (nel bene e nel male)
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L'imprinting di Konrad Lorenz ha un nome che è già un destino: Adolf. È suo padre. Ortopedico di fama mondiale, ha trovato una cura incruenta per la displasia congenita dell'anca e, da Vienna, viene chiamato perfino Oltreoceano per guarire i piccoli «sciancati». È proprio alla Casa Bianca, mentre chiacchiera con il Presidente Theodore Roosevelt e con il miliardario John D. Rockefeller (anche i ricchi e potenti hanno sempre qualche guaio di salute), che riceve un telegramma dalla moglie Emma: a quarant'anni, e a diciotto dal primo figlio, è di nuovo incinta. Ora, Adolf Lorenz non è un medico qualsiasi: non è soltanto un pioniere dell'ortopedia, è anche un sostenitore convinto dell'eugenetica (e qui i fili del destino iniziano a intrecciarsi per bene). Quella sera alla Casa Bianca, per esempio, discute con Roosevelt e Rockefeller di uno dei suoi crucci: ottemperare ai suoi doveri di medico e guarire i pazienti, oppure mettere la salute pubblica al primo posto ed evitare «la proliferazione di materiale genetico scadente»? Da notare, che il Presidente e il miliardario non solo lo spalleggiano: vanno anche oltre...

Insomma è in questo contesto che il piccolo Konrad nasce, nella meravigliosa villa di famiglia ad Altenberg, in Bassa Austria, nel 1903. Lì dove il nonno girava con una iena, lui alleva le oche, le taccole, i topi e i cani che lo hanno reso il padre dell'etologia moderna. La vita di Konrad, come si intitola la bella biografia scritta da Ilona Jerger (Neri Pozza) è un'avventura fin dall'inizio e questo libro, che in Germania è stato un bestseller, ce la racconta in molti dettagli, dalla vita quotidiana e privata all'adesione al nazismo, dalla guerra e la prigionia in Russia alla scrittura dell'Anello di Re Salomone. Quanto all'infanzia, nonostante le previsioni nefaste di Adolf (che aveva impietosamente invocato un «metodo Sparta»), Konrad è sanissimo. E al padre tocca ingoiare un boccone amaro, quando il figlio abbandona la medicina per dedicarsi alla zoologia e, soprattutto, allo zoo domestico di Altenberg... È solo quando Konrad ottiene il posto di professore a Königsberg, in quella che era stata la cattedra di Immanuel Kant, che un orgogliosissimo Adolf ammette di essersi sbagliato.

Ma quell'imprinting ha agito anche in altri modi, non solo perché è proprio per i suoi studi sull'imprinting che Konrad Lorenz riceve il Nobel per la medicina, nel 1973. Quando ottiene la leggendaria cattedra di Kant è il settembre del 1940, e nessuno studioso, per quanto eccellente, avrebbe potuto ricevere un incarico universitario, tanto meno così prestigioso, se non fosse stato in sintonia con il Terzo Reich. E Konrad ha ricevuto in eredità dal padre anche quell'istinto «di famiglia» per l'eugenetica che lo porta a mettere i suoi studi sulla biologia evolutiva al servizio dell'ideologia nazionalsocialista. Questa - il rapporto con «l'altro Adolf» - è una parte poco edificante della vita di Lorenz che l'autrice, nonostante la passione per l'ornitologia e per lo studioso, non omette e, anzi, affronta direttamente.

«Lorenz non cesserà mai di dividere gli esseri viventi nel gruppo dei validi e in quello degli inferiori». L'eugenetica, scrive, resta il suo «cavallo di battaglia» fino alla fine. Non è detto che chi sappia parlare alle oche sappia anche ascoltare il cuore degli uomini.

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