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L'ornitologia nel pantheon dei finiani futuristi E tra falchi e colombe spunta pure un gabbiano

Futuro e Libertà è nel caos. Sulla testa di Fini volano falchi e colombe che si fanno guerra tra loro. Urso avverte: "La linea del leader ci è costata troppo cara". Il presidente della Camera prova a unire lo stormo: "Ora basta divisioni". Ora spunta anche un gabbiano, ma un cattivo presagio...

L'ornitologia nel pantheon dei finiani futuristi 
E tra falchi e colombe spunta pure un gabbiano

Roma - Tutta questione di uccelli. Falchi e colombe svolazzano sopra la testa di Gianfranco Fini. Uccellacci del malaugurio, dirà qualcuno. Avvoltoi in lotta attorno a una carcassa, dirà qualcun altro. Ci vorrebbero gli àuguri dell'antica Roma per comprendere se sono portatori di presagi positivi o presagi di morte.

Il presidente della Camera li ha sentiti starnazzare e dar di becco un po' troppo forte e si è visto costretto ad balzare la voce, serrare i ranghi e mettere un po' d'ordine nella voliera futurista. Alla prima assemblea dei circoli di Futuro e libertà, l'ex An ha invitato falchi e colombe a volare insieme nello stesso stormo piantandola con le laceranti polemiche che dopo l’assemblea costituente di Milano hanno portato numerosi esponenti del partito a lasciare il nido finiano. In tutta risposta tra le file futuriste hanno iniziato ad apparire i primi gabbiani.

Con tutto questo svolazzare si fa fatica a capire le migrazioni dello stormo futurista. Più si avvicina la primavera, più Futuro e Libertà perde pezzi. Una diaspora che ora fa davvero paura a Fini. Troppi se ne sono già andati, e tra quelli rimasti sono diversi i malpancisti. Tutta colpa di quella lotta intestina tra falchi e colombe. Linea dura e linea morbida, cannonate e pallottole a salve. Il morto c'è già scappato. Ed è il gruppo del Fli a Palazzo Madama. E in tutta questa cagnara ci mancava solo che spuntasse un altro pennuto a far imbizzarrire lo stormo. Tant'è che da oggi spunta pure un gabbiano. E' una vera e propria metamorfosi kafkiana quella che ha colto stanotte il falco Carmelo Briguglio che, in mattinata ha spiccato il volo come gabbiano: "Mi dimetto da falco anche se non divento colomba, da oggi vorrei essere un gabbiano, come quelli di una volta, alla Jonathan Livingston". Ma non vuole volare da solo. Cerca compagnia. E, in vista della prima assemblea nazionale, ilgabbiano Carmelo J. Livingston invita tutti gli uccellacci futuristi a dare "un contributo positivo" per "superare stereotipi conflittuali e costruire una vera e propria comunità politica e umana".

Dopo mesi di logoramento interno Fini risulta provato. Nelle ultime comparsate televisive è, infatti, apparso molto più smunto ed emaciato. Troppe preoccupazioni. L'odio anti Cav è logorante. E poi ci sono tutti i falchi e falchetti che puntano a volare troppo in alto. Se ne era accorto già da diverso tempo. E domenica scorsa aveva tuonato contro quei quaquaraquà che hanno abbandonato Futuro e Libertà. "Nel partito non c’è alcuna distinzione tra moderati e radicali, tra falchi e colombe, perchè non c’è alcun progetto che preveda altri tipi di alleanze, ad esempio con il centrosinistra", aveva spiegato il presidente della Camera ribadendo che "le defezioni che ci sono state nel nostro partito sono dovute a un infingimento colossale, ad un’allucinazione collettiva, ad una provocazione in cui si vede quel che non c’è mai stato".

Eppure, a detta di Adolfo Urso, la linea tenuta da Fini sino a questo momento è costata troppo cara al neonato partito. Quattro senatori e quattro deputati. Adesso è tardi la decisione del leader Fli di tornare su posizioni più soft dopo aver gridato per mesi della necessità di dare in tutti i modi una "spallata" al governo. "Ha prevalso la nostra linea politica, quella dei moderati e di quelli che vogliono costruire", ha spiegato lo stesso Irso accusando Fini di lacerare e non costruire. Ma la colpa non è solo del leader, è il ragionamento del deputato futurista, ci sono anche quei tre falci. Granata, Briguglio e Bocchino. Uno di questi, nel frattempo, è diventato un gabbiano dalle ali ampie. Vuole volare lontano.

Per ora nonci dice verso quali lidi. Staremo a vedere. Nel frattempo torna alla memoria quell'altro gabbiano dalle penne arcobaleno, quello che da tempo è rimasto incagliato, sotto l'ombra DiPietro, nell'azzurrino logo dell'Italia dei Valori.

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