Arrivano le «nanoapi» contro i tumori: atterrano sulle cellule malate, rilasciano al loro interno il veleno e le uccidono. Sono delle nanosfere che contengono il veleno delle api e, iniettate nel circolo sanguigno, guidano il veleno a destinazione, rilasciando il cargo mortale solo nelle cellule tumorali.
Resa nota sul Journal of Clinical Investigation, è un'invenzione molto promettente perché il veleno delle api viene diretto solo alle cellule tumorali ed è impossibile che queste diventino ad esso resistenti, come succede per altri farmaci oncologici.
L'idea si deve al team di Samuel Wickline della Washington University School of Medicine a St. Louis.
Gli esperti hanno riempito nanosfere con melittina, un peptide isolato dal veleno dell'ape da miele (Apis mellifera). La melittina uccide le cellule forandone la membrana e facendole diventare come dei «colabrodi».
I ricercatori hanno dotato le nanosfere velenose di «radar» molecolari per permettere loro di localizzarsi nel tumore senza andare a ledere tessuti sani; poi hanno iniettato le nanoapi in topolini cui erano state inoculate o cellule di tumore della mammella o di melanoma umano.
Le nanosfere hanno raggiunto il tumore e qui hanno rilasciato la melittina. Questa ha fatto dei fori sulle membrane delle cellule malate e le ha uccise. Il suo meccanismo d'azione è così diverso da quello dei farmaci oncologici (che di solito agiscono in modo più certosino colpendo un gene della cellula malata) da rendere praticamente impossibile che il tumore acquisisca una resistenza farmacologica alla melittina.
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