Lucarelli "bacchetta" le coppie e dà lezione di litigi e lamentele

Nel libro scritto a quattro mani col fidanzato scopriamo come differenziare i fiori nei rifiuti e i ristoranti bocciati

Lucarelli "bacchetta" le coppie e dà lezione di litigi e lamentele

Mica me lo potevo perdere, il libro scritto da Selvaggia Lucarelli e dal compagno Lorenzo Biagiarelli. E mica perché sia un appassionato della coppia e delle coppie in generale. Ma, voglio dire, dopo che la Lucarelli ha pubblicato Dieci piccoli infami su tutti gli amanti maschi stronzi della sua vita (senza farsi mai due domande su se stessa, sul perché li trovasse tutti lei), dopo che ha fatto un podcast sugli amori tossici, stessa zuppa, stessi vittimismi femminili, volevo vedere come vivono questi due.

Titolo Gli altri litigano per gelosia Noi per gatti, fiori, foto e ristoranti, pubblicato da Cairo Editore (pagg. 208, euro 16,50). Già il titolo fa pensare al lettore: e chi se ne frega? Ma io non sono un lettore comune. Volevo andare a fondo. Anche perché so che Lucarelli ha querelato il mio amico Mughini per una questione di tette (sebbene lei stessa nel libro in questione si definisca «la tettona bionda degli horror»), una delle persone più colte che io conosca, volevo vedere di cosa parlano i Lucarelli-Biagiarelli: di Kafka? Di Proust? Della relatività? Di me?

Già il testo è diviso in capitoli scritti a quattro mani, anche se scrivono uguali, il giovane chef Biagiarelli ha lo stesso stile della Lucarelli. Ma lei dopo averlo infilato in Rai te lo infila pure nell'editoria, per farti vedere che è intelligente come lei. O, più che intelligente, diciamo che è come lei.

Come su Instagram, ci tengono a far vedere che litigano su temi di importanza vitale in giro per il mondo, tipo sui ristoranti dove andare, usando iperboli che dovrebbero far ridere, immagino. O forse sono seri. Tipo: «Litighiamo sui ristoranti. Possiamo odiarci con l'odio che si riserva ai pedofili e all'Olocausto». Perché Lucarelli, per colpa di Biagiarelli, ha «sempre aspettative altissime e, quando vengono deluse, ci scanniamo come belve nell'arena». Ok.

Siccome sono sempre in vacanza in posti più o meno esotici, in India, in Thailandia, in Perù, in Giappone, ci tengono a fartelo sapere convinti che viaggiare per il mondo significhi avere un cervello grande come il mondo. Lei guarda e scruta ovunque e giudica chiunque, chissà se si porta dietro le palette di Ballando con le stelle pure nei ristoranti. «In fondo alla sala una coppia che sembrava cercare un contatto fisico di fronte a due piatti vuoti, secondo Lorenzo si stavano baciando, secondo me si stavano mangiando tra di loro, ma la visuale non era d'aiuto». In Uzbekistan «nell'attenta selezione del ristorante avevamo la stessa furia con cui Gengis Khan accerchiò la città con l'esercito mongolo».

I due però si spostano sempre e litigano: Biagiarelli essendo un giovane chef cerca ristoranti per stupire Lucarelli, che si lamenta sempre. Perfino quando si innamorarono, lui le portò dei fiori e lei si arrabbiò perché non aveva il vaso giusto. Ma sentite come descrive Biagiarelli la scena dei fiori non graditi, era già un Lucarelli: «Gli occhi le si dilatarono in sincrono con la bocca, per poi insieme contrarsi come a voler deglutire un moscone ingerito per sbaglio e assumere quell'espressione da rapida felicità passivo-aggressiva, di quelle che svaniscono in un secondo». Più verosimilmente Lucarelli ha riscritto tutte le parti di Biagiarelli, nella sua testa per non farlo sfigurare rispetto a lei.

I fiori, comunque, sono un problema, per la Lucarelli. «Ogni volta, per liberare i fiori dalle evidenti proiezioni sadomaso di certi fioristi sui loro tulipani impiego mezzo pomeriggio, con l'ulteriore, successivo dramma della separazione dei rifiuti». Sono problemi. I problemi dei Lucarelli-Biagiarelli. Come il disordine di Biagiarelli, perché «Lorenzo non è disordinato. Lorenzo è l'emissario del caos». Anche lì liti sulle mutande lasciate in giro, o con Lucarelli che con il piglio di una Einsteinelli spiega a Biagiarelli come fare una lavatrice.

È un libro dove l'ego della Lucarelli lucarellizza tutto. Se va in un ristorante asiatico e parla male di una pietanza scrive: «Non è che io voglia inimicarmi tutta l'Asia Centrale...» come no, tutto il mondo è lì in ansia per sentire cosa pensa lei. D'altra parte è una che è riuscita a mettersi a criticare anche i video e l'abbigliamento di Zelensky, e si capisce perché: cosa volete che sia la guerra, i problemi per Lucarelli e Biagiarelli sono altri. Non dimenticarsi mai i bastoni per i selfie, per esempio, o come quella volta che Lucarelli fu invitata con il fido Biagiarelli da Mara Venier e c'era in Covid per cui in tv non ti truccavano e lei non aveva il fondotinta, e manda Biagiarelli a comprarlo ma Biagiarelli lo sbaglia, altra tragedia (e arringa sui maschi che non ne capiscono di fondotinta, e in generale di niente, sa tutto la Lucarelli).

Ma questo libro, per quanto pieno di richiami al lettore da parte di entrambi («lettore, ora tu crederai che...», «lettore, non voglio dire che...», neppure fossero Henry Miller e Anaïs Nin) contiene un messaggio salvifico per tutti i maschi della terra.

Lucarelli ha trovato un compagno, un maschio, quello che è, un Biagiarelli insomma, lo ha inglobato come quegli alieni che ti entrano e prendono possesso di te da dentro, come il simbionte di Spiderman, e la bella notizia è che nessun altro maschio correrà più il rischio di incappare in lei. Bravo Biagiarelli, siamo fieri di te.

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