Luigi Amicone fra anarchia e resurrezione

È stato senza volerlo e senza volerlo sapere un grandissimo intellettuale a cavallo dei tempi. Nel libro "Luigi Amicone, l'anarcoresurrezionalista" una selezione dei suoi scritti da Tracce, Tempi e Il Sabato

Luigi Amicone fra anarchia e resurrezione

Luigi Amicone, oltre ad essere un amico, era uno straordinario polemista. È venuto a mancare troppo giovane, anche se lui, cattolico, anarchico e movimentista, non avrebbe mai accettato di dare una qualificazione temporale al suo fine vita. Doveva proprio venire a Quarta Repubblica la sera in cui è stato ricoverato. Per la settimana prossima, dal 15 al 17 luglio, Tempi, il periodico di Amicone, organizza un festival in cui ci sarà un premio alla sua memoria e verrà presentato un libro che vale la pena conservare: Luigi Amicone, l'anarcoresurrezionalista. Scritti scelti, per i tipi i Itaca.

Difficile fare meglio di Giuliano Ferrara, che lo conosceva veramente bene e che firma la prefazione dei suoi scritti: «Dolce com'era, Luigi Amicone aveva il problema dei problemi e lo ha rappresentato platealmente tutta la vita all'ombra di due soli maestri, Gesù Cristo e don Giussani: non tanto il senso della vita, quello è problema comune e può essere insipido, ma il sale della vita».

Come descriverlo meglio? «Non era interessato al moralismo, pallido sostituto e ipocrita della necessità del vero. Craxi e Mario Tuti, l'innocente e il corrotto, il ricco e il povero, l'uomo e la donna, padri e figli, generazioni e generazione, comunione e liberazione, autorità e beffa, educazione e dissuasione, matrimonio e carità, gonfiore non sentimentale dell'esistenza e proterva magrezza delle idee, fede e piacere, tutto in lui si mescolava e aveva il tratto del doppio magistero in cui si riconosceva, la sua teologia della Croce e del Gius.

I professori giocano spesso al gioco del millenarismo, e si considerano intellettuali per questo, mentre Luigi Amicone, che leggeva molto e molto intensamente, traduceva tutto in sale; vivendo in corrispondenza della sua immaginazione, del suo vulcanismo metaforico, nel campo fertile della vita sua e degli altri, è stato senza volerlo e senza volerlo sapere un grandissimo intellettuale a cavallo dei tempi.

E nel libro troverete una selezione dei suoi scritti da Tracce, Tempi e Il Sabato: dagli inizi degli anni Novanta sino ad oggi, dalle battaglie per la scuola a quelle per la famiglia.

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