Trascina lex fidanzata in auto e la sequestra. Dopo una notte di terrore la costringe a farsi tatuare sul braccio il proprio nome, Omar. A liberare Annamaria (chiamiamola così), una studentessa universitaria di 20 anni, sono stati gli agenti della squadra mobile dopo ore di ricerche in tutta la capitale. Una vicenda assurda, un sequestro definito dagli stessi inquirenti «anomalo» avvenuto martedì notte lungo la statale Pontina allaltezza di Spinaceto, alle porte dellEur.
La storia la raccontano gli amici della vittima, tre giovani romani che per primi hanno lanciato lallarme. «Eravamo in discoteca - spiegano agli uomini del commissariato di zona - quando Annamaria intravede Omar e ci prega di andar via per evitare discussioni. In strada ci accorgiamo che lui ci sta seguendo. Poco dopo ci raggiunge e sperona la nostra auto bloccandoci su un lato. Usciamo dallabitacolo mentre Annamaria urla di paura, proviamo a farlo ragionare ma lui è una furia». Omar I., 25 anni di origini tunisine, afferra la ragazza per il giubbotto, la prende per i capelli e la costringe a salire sulla sua Ford Ka. Da quel momento si perde ogni traccia della ventenne.
Un carattere a dir poco irascibile quello di Omar soprannominato Arnold, descritto come un ragazzo aitante, di grande presa sulle donne e anche ottimo ballerino: non a caso lavora come uomo immagine di alcuni locali notturni. Ma anche una persona che perde facilmente le staffe; al punto che in due anni di convivenza aveva spedito già più volte Annamaria al pronto soccorso. Soprusi, violenze quotidiane e percosse: sarà la stessa ragazza a raccontare per filo e per segno al magistrato della Procura di Roma, il pubblico ministero Maria Caterina Sgrò, e al capo della mobile, Alberto Intini, ciò che è stata costretta a subire per anni dallex compagno, quasi fosse soggiogata psicologicamente da lui. Tutto questo fino a un mese fa, quando la ragazza trova finalmente il coraggio di fare fagotto e tornare dai propri genitori, ignari della sua relazione con Omar.
Di certo cè che lui non sopporta lidea che Annamaria, esasperata dal suo comportamento violento, lavesse lasciato. Così, dopo averla sottratta al gruppo di amici, Omar la porta prima nella sua abitazione, un appartamento nel quartiere romano di Primavalle, poi dirige lutilitaria verso i Castelli romani dove conosce un tatuatore che non fa troppe domande. Con loro il suo pitbull. I due, cane al seguito, girovagano fino allalba per le strade di Roma. Annamaria vorrebbe fuggire ma è a dir poco terrorizzata. Riesce, però, a inviare dal telefonino messaggi di aiuto alle amiche. È proprio seguendo gli spostamenti dei loro cellulari, attraverso i segnali registrati dalle varie celle di telefonia mobile, che i poliziotti della sezione criminalità organizzata della Questura, specializzati in rapimenti, li rintracciano già da mercoledì mattina. Il blitz per liberare lostaggio scatta verso lora di pranzo, in un centro «tattoo» ad Albano, quando la polizia individua lauto parcheggiata con dentro il pitbull.
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