Luti: «Qui c'è un potenziale illimitato»

Luti: «Qui c'è un potenziale illimitato»

La nona edizione dei Saloni WorldWide Moscow ha riconfermato la bontà dell'intuizione imprenditoriale avuta nel 2005 da alcune aziende con l'obiettivo di aggredire il mercato russo organizzando e allestendo direttamente su quel territorio una «replica» del Salone del Mobile di Milano.
«Questa edizione dei Saloni WorldWide è andata molto bene - è il commento di Claudio Luti, presidente di Cosmit e numero uno di Kartell - Le statistiche dicono che abbiamo avuto un buon aumento di visitatori». Con 42.818 operatori e 402 giornalisti, quindi, la rassegna moscovita si è affermata ancora una volta come il punto di riferimento del settore arredo-casa italiano in Russia e nelle nazioni limitrofe.
«I Saloni di Mosca - aggiunge Luti - sono un appuntamento importantissimo che rafforza il nostro dialogo con questo mercato in vista del Salone del Mobile di Milano, dove i visitatori russi sono al primo posto per numero. I Saloni WorldWide, inoltre, offrono agli espositori la possibilità di incontrare i compratori interessati al made in Italy che hanno affollato il Crocus Expo di Mosca sin dal primo giorno della fiera».
I dati dei mercati internazionali emergenti per il prodotto d'arredo italiano di qualità sono incoraggianti; anche nel 2012 infatti, l'Italia si è confermata come il primo fornitore di mobili della Russia, con il 26% del totale, seguita da Cina (19%) e Germania (12%). Nel periodo gennaio-aprile 2013 inoltre, le esportazioni italiane del Macrosistema Arredamento verso la Russia ammontavano a 234 milioni di euro, confermando questo Paese come il quarto mercato in termini di volume delle esportazioni e, nei primi sei mesi dell'anno, le importazioni totali hanno fatto registrare un +7,6% rispetto allo stesso periodo del 2012.
«Nel mercato russo - conclude Luti - abbiamo grandissimo potenziale anche perché non abbiamo tanta competizione, né dagli altri produttori europei né dal mercato interno, e siamo riconosciuti come lo stile leader. I russi amano il nostro modo di vivere in casa, il nostro modo di vestirci, il nostro cibo, abbiamo veramente tutte le carte in regola per essere importanti.

Dobbiamo però stare molto vicini al territorio, perché è molto vasto, la distribuzione è all'inizio e quindi dobbiamo occupare tutti gli spazi possibili. Non solo a Mosca, ma in tutte quelle regioni che una volta costituivano l'Unione delle Repubbliche Sovietiche».

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