Il riscatto della Calabria parte dal bollino contro la mafia

L'autore televisivo e scrittore Nino Spirlì presenta mafiaNo, un progetto per riscoprire le arti e i mestieri del Sud Italia. E oggi inaugura la prima mostra di Adriano Fida

Il riscatto della Calabria parte dal bollino contro la mafia

Fare senza aspettare. "Senza credere che siano gli altri a dover decidere cosa, come, quando, perché, e se fare". Con queste parole si riassume il progetto mafiaNO. Un'iniziativa nata per sensibilizzare alla lotta contro la 'ndrangheta e per riscoprire e rilanciare una Regione tanto bistrattata come la Calabria.

Ideatore del progetto è Nino Spirlì, artista, autore televisivo e autore de Il Diario di una vecchia checca (edizioni Minerva), che lo ha presentato ieri insieme al presidente del consiglio provinciale di Reggio Calabria Antonio Eroi, nel Maschio angioino di Napoli, tinto di rosa in occasione della Giornata internazionale contro l'omofobia.

Come è nata mafiaNO?
Il progetto è nato nell'autunno scorso. Dopo 30 anni lontano dalla mia Calabria, nel momento in cui avrei dovuto rimanere di più nella grande città per promuovere il diario, ho deciso di seguirne il percorso ritornando a casa. E qui mi sono reso conto che trent'anni di professionalità, di contatti, di amici, di crescita personale, spirituale, politica, dovevano fruttare in qualche modo e mi sono messo a disposizione della mia gente, della mia terra. Ispirandomi a chi ha fatto tanto per il territorio. Come don Pino de Masi, ad esempio, che ha abbracciato il destino dei ragazzi extracomunitari di colore di Rosarno con Libera. Mi sembrava giusto che il mio ritorno mi coinvolgesse in questa già presente attività contro le cosche e soprattutto contro la mala educazione sociale e civile. In modo concreto: non voglio che mafiaNO diventi una di quelle medaglie da mettersi sul petto. Bisogna sporcarsi le mani e darsi da fare.

E in cosa consiste il progetto?
MafiaNO è un cammino, un percorso da fare insieme alla riscoperta del piacere di essere persone libere e per riprendersi la dignità che ci hanno tolto per tutta una serie di episodi violenti negativi che riguardano una reale, ma presente minoranza di delinquenti. Lo sappiamo che questa è terra di 'ndrangheta. Ma è anche terra di persone oneste, lavoratori, studiosi, artisti... Per cui vogliamo cominciare a dare valore a chi valore ce l'ha. Quando ho avuto l'idea, l'ho subito presentata in calabria alle associazioni culturali. La prima che ha aderito è la Mammalucco onlus di Taurianova nel cuore della piana di Gioia Tauro. Subito dopo hanno aderito la Provincia di Reggio Calabria e altre istituzioni.

Fare senza aspettare, come dice il vostro "slogan". Cosa state già facendo?
Proprio oggi abbiamo inaugurato la prima mostra di Adriano Fida, un giovane pittore nato a Rosarno e che per la prima volta esporrà con 50 tele qui a Taurianova. Sono due comuni sempre accomunati alla 'ndrangheta e al malaffare e che questa volta sono promotori di un evento artistico e sociale molto importante. Poi abbiamo individuato per esempio un giovane orafo che utilizza il legno d'ulivo tratto dai rami della potatura per fare gioielli. Sarà al centro del nostro prossimo progetto che chiameremo "Fermiamo il rapimento degli ulivi". Da qualche anno, infatti, i nostri ulivi vengono espiantati dalla nostra terra dietro congruo pagamento da parte dei ricchi e portati nei giardini delle grandi ville private, soprattutto nel Nord Europa dove sono destinati a morire. Noi ci occuperemo di questo tipo di "atteggiamento mafioso", che non è di questa terra, ma che questa terra per bisogno e necessità molto spesso accetta. E poi c'è l'educazione all'arte, l'educazione alle professionalità e alle professioni tecniche. Per questo abbiamo anche creato un "bollino" che sarà presente in tutte le attività che aderiranno all'iniziativa. Peraltro, sia chiaro, mafiaNO non vuole assolutamente prendere il posto di forze dell'ordine e autorità che combattono tutti i giorni le mafie. Noi lavoriamo sul sociale con convinzione e fermezza.

Quindi un un momento in cui i giovani si spostano, per lo più a Nord, e l'università è diventata quasi un obbligo, voi tornate alle arti e mestieri e alla valorizzazione del territorio?
Proprio così. Ad esempio per il cortometraggio contro l'omofobia tratto da "Pirandello drag" che gireremo nei prossimi mesi, impegneremo sia nel cast artistico che nel team tecnico professionalità del territorio. E allo stesso modo faremo per le attività artistiche, culturali, di artigianato e commercio. Cerchiamo di creare i presupposti perché si rimanga qui. Anche perché, diciamocelo francamente, le grandi città in questo momento sono i luoghi più poveri che abbiamo perché la solidarietà civile e sociale che trovi in provincia è difficile trovarla nelle città.

Quanti artisti avete già coinvolto?
Beh, solo per girare questo cortometraggio in diversi ci hanno già dato la disponibilità anche economica ad aiutarci e si affiancheranno alle istituzioni che hanno trovato nel fondo delle casse qualche spicciolo per noi. Sono veramente tanti gli artisti e gli amici che ci hanno già detto sì, come Mimosa Martini - grande amica e compagna di viaggio nel Diario di una vecchia checca -, Marco Basile, Gilles Rocca, Manuel Ferrarini, il regista Giacomo Triglia, Patrizia rossetti, Edoardo Sylos Labini, Luna Berlusconi... Nel progetto non mi sento solo.

Quanto è importante parlare di mafia?
È importantissimo perché c'è il coinvolgimento di una grande massa.

Oggi la gente non è più omertosa, ma è disponibile a fare. È stato fondamentale il lavoro di chi è venuto prima di noi proprio per aiutare questa rigenerazione del popolo del Sud. Una rigenerazione che deve continuare perché sta cominciando a dare i frutti.

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