Amnistia. Così per sei volte, ogni volta che toccava a loro esprimere il voto sulla sfiducia a Saverio Romano. Né sì né no. Semplicemente amnistia. Il ministro è salvo. 315 no e 294 sì. Il Pd sperava di spaccare la maggioranza e si è ritrovato con il voto di coscienza dei radicali sulle spalle. L’opposizione è furiosa e Berlusconi dice: «Dai pm solo calunnie, finché ho maggioranza resto. Voglio una commissione d’inchiesta sui magistrati». Oggi compie 75 anni e amareggiato sostiene: non ho nulla da festeggiare. Sa che gli attacchi non finiranno mai. È per questo che il voto dei radicali, in questa storia, è uno scantonamento. È il sogno di uscire da una politica sempre sull’orlo di una guerra civile. O lui o noi. L’amnistia non è solo per il ministro Romano. È per tutti. È per un Paese dove a scandire i tempi sono solo le Procure. Tutti gli altri stanno fermi, immobili, a dilapidare il futuro.
Allora, scusate, ripartiamo da qui. Da quelle sei voci a scandire un’altra storia.Magari è solo un attimo e poi ripiombiamo nell’eterno presente. Ma almeno c’è qualcuno che lo ha detto. Marco Beltrandi: amnistia. Rita Bernardini: amnistia. Maria Antonietta Farina Coscioni: amnistia. Maurizio Turco: amnistia. Elisabetta Zamparutti: amnistia. E infine Matteo Mecacci: amnistia. I radicali quando vogliono sanno essere davvero sorprendenti. In pochi si aspettavano questo urlo di garantismo qui a Montecitorio, quando l’unica cosa che interessa è capire se la maggioranza va sotto o resiste. Invece loro, i sei radicali eletti nel Pd, pensavano ad altro. Cose un tempo semplici. I processi non si fanno in piazza e neppure in Parlamento ma nei tribunali. Le persone non si giudicano sui si dice, sui sospetti, sulla fretta di fare giustizia. Nessun uomo è colpevole prima di essere giudicato. La sfiducia per mafia è una cosa seria. Non si «impicca» una persona solo per far dispetto a Berlusconi. L’odio per il Cavaliere non giustifica qualsiasi azione. L’urlo dei radicali è un segno per scantonare da questa epoca dove tutto è bianco o nero. E il resto è irrilevante.
Non c’è dubbio: gridare amnistia è un voto di coscienza. Qui partiti e schieramenti vanno a farsi benedire. I radicali sono strani, pensano con la loro testa. Forse per questo, a destra e a sinistra, nessuno li vuole. La reazione dei mammasantissima del Pd è arrivata subito, rabbiosa e scomposta. Rosy Bindi a ogni amnistia diventava più rossa, fino a quando è sbottata: «Dobbiamo cacciarli subito. Espulsione. Immediata». Una furia. Tanto che Roberto Giachetti ha dovuto invitare il suo presidente a stare calmo: «Questo è ancora un partito democratico. Quando non lo sarà più potrà cacciare la gente solo alzando la voce. Fino ad allora seguiamo le procedure». La sorte dei sei sembra comunque già segnata. Ai probiviri del Pd non interessa nulla il voto di coscienza. Quello che conta è il credo anti Cav.Oltretutto sono inviperiti perché l’urlo radicale è arrivato a sorpresa. Nessuno nel gruppo parlamentare sapeva nulla. Ma certe cose non si annunciano, si fanno. Sono un messaggio politico forte e chiaro: smettetela di fare i giacobini. I Radicali non sono Di Pietro, non sono Travaglio, neppure Vendola e tantomeno Rosy Bindi. I Radicali sono un’altra cosa,un’altra storia e nel Pd ci stavano per dargli un senso, una ragione politica più alta delle loro ossessioni. Ma questo dopo vent’anni di non politica nella sinistra italiana non lo capiranno mai. Il dramma per Bersani e gli altri sarà sopravvivere a Berlusconi. Non avranno più uno straccio d’identità. Tante energie per accorgersi che l’unica cosa che li tiene in piedi è l’essere contro. Il resto è zero. Oggi comunque si vendicheranno. Franceschini ha già annunciato che aprirà il processo contro i sei radicali. «È stato un comportamento incomprensibile e intollerabile ».
Come vuole la Bindi verranno cancellati, espulsi. Il loro crimine è più fastidioso di quello di Penati. Il braccio destro di Bersani è stato sospeso, quando già si era fatto da parte da solo con una certa dignità. Per chi grida amnistia secondo coscienza non c’è invece nessuna attenuante. Fuori. Da traditori. Eppure un tempo nel Pd c’era spazio per il voto di coscienza. Accadeva quando non si voleva una guerra e anche su casi di giustizia, etica, diritti umani.
Ma questo è il tempo dei processi veloci, rapidi e sommari. La coscienza è un optional. Forse un giorno il Pd brinderà alla fine del Cavaliere, ma a quel punto avrà perso ogni altra cosa. Certe ossessioni ti fanno l’anima a brandelli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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