Il magico Lillo in una fiaba che sa di Natale

È ancora possibile raccontare qualcosa di nuovo in un film di Natale?

Il magico Lillo in una fiaba che sa di Natale
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È ancora possibile raccontare qualcosa di nuovo in un film di Natale? Sì se ci accorgiamo anche dei dettagli che rendono Elf Me, dal 24 novembre sulla piattaforma Prime Video, con la regia degli Younuts!, nuova produzione di Lucky Red, Goon Films (ossia il Gabriele Mainetti di Lo chiamavano Jeeg Robot e Freaks Out), e Amazon con il glorioso marchio MGM Studios, un film divertito e divertente che non si prende mai troppo sul serio. Come il protagonista principale, Lillo Petrolo, che, nei panni di Trip, un elfo costruttore di giocattoli improbabili, se non pericolosi, viene tenuto da Babbo Natale nel reparto di cucitura dei palloni. «Mi hanno detto devi fare un elfo, ti faremo la faccia da elfo, poi invece alla prova trucco guarda vai bene così, al massimo ti allunghiamo u po' le orecchie», scherza come sempre Lillo che comunque ha avuto il suo bel da fare con gli effetti speciali: «Quando ho dovuto recitare con il blob in mano, non avevo nulla tra le dita, allora ho detto: Facciamo all'italiana e ho risolto mettendo un elastico».

In Elf Me Lillo, dalla fabbrica del Polo Nord di Babbo Natale, finisce per sbaglio come regalo a un bambino. L'unico modo per tornare indietro è una lettera di reso (d'altro canto non c'è Amazon dietro?) ma intanto cerca di aiutare il piccolo Elia (Federico Ielapi) che vive solo con la madre giocattolaia (Anna Foglietta) e che è perseguitato dai bulli oltre a essere dislessico (ecco uno dei particolari interessanti inseriti nella sceneggiatura fumettistica scritta a 10 mani da Gabriele Mainetti, Giovanni Gualdoni, Leonardo Ortolani, Marcello Cavalli e Tommaso Renzoni). Come se non bastasse, il cattivo del film, l'imprenditore Ciocca (Claudio Santamaria), vuole far chiudere il negozio della madre per avere il monopolio dei giocattoli: «Fare un cattivo del genere - dice l'attore - mi ha divertito così tanto che mi è venuta l'idea di farlo parlare in ciociaro, un aspetto che, insieme al trucco, ai costumi, all'unghia lunga disegna perfettamente questo cattivo».

Anna Foglietta, che ha tre figli piccoli di cui uno inizia a dubitare di

Babbo Natale, vuole invece crederci: «Di questi tempi in cui si fa veramente tanta fatica ad accettare tutto quello che succede, accendere una piattaforma per vedere e sentire questo spirito natalizio è molto importante».

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