«Si attivarono al fine di scongiurare i rischi derivanti da un evento, imprevisto e imprevedibile». È con queste motivazioni che la Gip di Milano Rossana Mongiardo, condividendo le argomentazioni della Procura di Brescia, ha archiviato la posizione dell'ex assessore regionale alla Sanità Giulio Gallera e l'ex direttore generale del Welfare lombardo Luigi Cajazzo in merito alla gestione della pandemia.
Cadono così anche le ultime accuse per l'ex assessore ora consigliere regionale e presidente della commissione speciale Pnrr e per l'ex dg Cajazzo (ora direttore generale dell'Asst degli Spedali Civili di Brescia) indagati per rifiuto di atti d'ufficio per una serie di adempimenti richiesti dal piano pandemico nazionale e regionale.
Come già evidenziato dal tribunale di Brescia, che ha poi trasmesso alla procura milanese gli atti per competenza, infatti, «non può ritenersi indebita la mancata adozione di atti e provvedimenti attuativi del piano pandemico nazionale e regionale che, come emerso dalle complesse indagini svolte, sarebbero comunque risultati inidonei, nel caso specifico, a fronteggiare un'epidemia di livello mondiale, tale da suggerire, di predisporre un nuovo piano con misure più incisive». In sostanza, oltre al fatto che nel 2020 l'Italia, e il mondo intero, si trovarono a fronteggiare una pandemia assolutamente inaspettata, non era nelle competenza della regione attivare e aggiornare il Piano, compito di competenza per l'appunto del governo. La decisione infatti «era del tutto rimessa alla valutazione discrezionale del governo, anche perché l'accordo Stato/Regioni, con cui era stato adottato il suddetto Piano pandemico nazionale, costituisce una fonte normativa secondaria e, come tale non giuridicamente vincolante».
Dalle indagini emerge inoltre come «il dolo fosse insussistente», essendo emerso, al contrario, che «i protagonisti della vicenda, tra cui gli odierni indagati, ebbero ad attivarsi al fine di scongiurare i rischi derivanti da un evento, imprevisto ed imprevedibile, di siffatta portata e foriero di letal conseguenze in ambito mondiale» conclude la gip Mongiardo.
Ad agosto 2023 il Tribunale dei ministri di Brescia, aveva archiviato la posizione di Attilio Fontana presidente della Lombardia, dell'ex assessore Gallera (e di altri 11 indagati) sulla misure di prevenzione e contenimento prese da governo e regione a inizio 2020 nelle prime fasi della pandemia.
In sostanza questa pronuncia «ribadisce la sentenza e si richiama alle motivazioni del Tribunale dei ministri e del Tribunale di Brescia - spiega Giulio Gallera - competente per i reati ministeriali, nei confronti di altri indagati. Non si parlerà mai più, spero, di epidemia colposa e omicidio colposo plurimo, perché ci fu assoluta correttezza nel nostro comportamento. Così la perizia su Alzano lombardo, commissionata dalla Procura di Bergamo a Crisanti, si è visto che era fondata sul nulla. Parlava di omissione di atti di ufficio quando l'attuazione del piano pandemico o il suo aggiornamento non erano di competenza regionale, ma nazionale».
Gallera, raggiunto a Chicago dove ha corso la maratona domenica, si dice «commosso dai messaggi di solidarietà» che ha ricevuto ieri mattina appena uscita la notizia: «Sì mi sono emozionato, anche se quello che mi commuove di più - racconta - è a 4 anni di distanza, venire fermato per strada da cittadini comuni che mi ringraziano per quello che abbiamo fatto durante la pandemia.
I lombardi hanno capito». La vicenda giudiziaria è finita, finalmente può tirare un sospiro di sollievo: «Sono sollevato, ma soprattutto soddisfatto per il riconoscimento pieno della correttezza e dell'efficacia della nostra azione politica».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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