Nicola Gratteri, nominato dal plenum del Consiglio superiore della magistratura alla guida della procura di Napoli con 19 voti. Il posto di procuratore di Napoli era scoperto da quasi un anno e mezzo, da quando Giovanni Melillo lo aveva lasciato per assumere l'incarico di capo della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo.
A favore di Gratteri hanno votato il vicepresidente del Csm, Fabio Pinelli, il Pg della Cassazione Luigi Salvato, i laici di centrodestra, il laico di Iv, Ernesto Carbone. E poi, i consiglieri di Magistratura Indipendente, l'indipendente Andrea Mirenda e il togato di Unicost, Antonino Laganà. Tutto il resto del gruppo, invece ha sostenuto Giuseppe Amato, che ha ottenuto 5 voti. Hanno speso la loro preferenza per il procuratore capo di Bologna il presidente della Cassazione, Margherita Cassano, e il consigliere indipendente, Roberto Fontana. Rosa Volpe, invece, è stata votata dal gruppo di Area, Mimma Miele (Md) e il laico del Pd Roberto Romboli.
Nel corso del dibattito che ha preceduto il voto non non sono mancate critiche al modo di interpretare il ruolo di procuratore da parte di Gratteri, da parte di chi ha sostenuto gli altri candidati, e al modo in cui intende operare alla procura di Napoli espresso in occasione della sua audizione al Csm. Gratteri è in magistratura dal 1986 e andrà a dirigere quello che è il più grande ufficio inquirente più grande d'Italia, con 112 pubblici ministeri in pianta organica e 99 in servizio. Opera su un territorio che supera il milione e mezzo di abitanti, a tratti molto complesso. Vive sotto scorta dal 1989, appena 3 anni dopo la nomina, a causa delle sue operazioni contro la 'ndrangheta. Ha sempre lavorato in prima linea per contrastare la criminalità organizzata. Nel 2016 Gratteri fu nominato dal plenum del Csm procuratore della Repubblica di Catanzaro.
Nella sua lunga carriera ha assicurato alla giustizia 140 latitanti di alto profilo, di questi ben 30 erano nella lista dei criminali più pericolosi del Paese. Nel 2014, Matteo Renzi lo propose come ministro per la Giustizia nel suo esecutivo ma a lui venne poi preferito Andrea Orlando.
Lo stesso Renzi lo nominò poi presidente della commissione per l'elaborazione di proposte normative in tema di lotta alle mafie. A lui gli auguri di buon lavoro da parte della politica, che in modo trasversale si è voluta congratulare per il nuovo incarico a Napoli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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