Basta con «l'euforia di diritti di dubbia fondazione giuridica», basta con la magistratura che gioca a fare la supplente del Parlamento «dilatando la categoria dei diritti fondamentali senza la preventiva mediazione formale del legislatore». È un affondo durissimo quello del presidente della Corte di Cassazione Margherita Cassano all'inaugurazione dell'Anno giudiziario. Sia al Parlamento, «incapace di dare risposte» su temi delicatissimi come il fine vita, sia ai giudici e al loro inusitato bisogno di esaltare a diritti
fondamentali «mere aspettative individuali». Il corpo delle donne, la sessualità «percepita» indipendente dalla biologia, il diritto alla buona morte o al figlio sano anche attraverso tecniche di procreazione assistita che hanno portato all'orrore dell'utero in affitto - reato che questo esecutivo perseguirà anche all'estero - sono oggetto di un populismo giuridico che ha demolito norme di principio come la legge 40, con una sinistra prodiga nel dare corpo a fictio juris come il famigerato ddl Zan, convinta che dare dignità giuridica a un desiderio porti qualche beneficio elettorale.
Il cortocircuito Usa sui temi woke e la presa di coscienza della deriva gender sulla pelle dei bambini, delle famiglie arcobaleno e delle persone più fragili, consegna al Parlamento l'obbligo di legiferare al più presto. Per disinnescare le smanie di una parte della magistratura e per stanare chi è stato al potere senza risposte percorribili sui temi eticamente sensibili.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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