Open Arms, Salvini all'attacco: "Non mi fate paura"

Il vicepremier dovrà attendere due mesi per conoscere la decisione dei giudici sul caso Open Arms: "Candidatevi alle elezioni se non vi va bene niente di quello che fa il governo"

Open Arms, Salvini all'attacco: "Non mi fate paura"
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Il prossimo 20 dicembre è prevista la sentenza sul caso Open Arms. Oggi la difesa del ministro Matteo Salvini ha pronunciato la propria arringa spiegando perché l'ex titolare del Viminale andrebbe assolto perché il fatto non sussiste. "Siamo in mano a giudici che fanno politica di sinistra - ha dichiarato Salvini dopo l'udienza - pro-migranti, pro-Ong che cercano di smontare le leggi dello Stato. A questa parte di giudici, non tutti: candidatevi alle elezioni se non vi va bene niente di quello che fa il governo".

Il ministro rischia sei anni di carcere, così come chiesto dai pubblici ministeri, con l'accusa di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio. "Il 20 dicembre, il venerdì prima di Natale, scoprirò se per i giudici di Palermo sono colpevole di sequestro di persona perché ho bloccato gli sbarchi di clandestini o se sono semplicemente una persona che ha fatto il suo lavoro, che ha difeso il suo Paese", ha proseguito il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. "Conto che venga presa in considerazione la realtà e non la fantasia. Se ritenete che i confini di uno Stato sia qualcosa di superato e superabile, non mi fate paura da nessun punto di vista", ha concluso.

L'avvocato Giulia Bongiorno ha chiesto l'assoluzione per il ministro in quanto, ha spiegato a "Cinque minuti" su Rai 1, che "in realtà, Open Arms ha tenuto a bordo questi migranti, prima per due settimane, e Malta ha contestato che bighellonavano, cioè che giravano a vuoto, e poi Open Arms ha avuto innumerevoli possibilità di far sbarcare i migranti e non li ha fatti sbarcare". Oggi, ha spiegato l'avvocato, "abbiamo documentato con mail che la Guardia Costiera si è messa in ginocchio per farli scendere. In realtà, c'è stata una volontà di non farli scendere".

Nella giornata di oggi, per una particolare coincidenza, il tribunale di Roma ha deciso di non convalidare il trattenimento dei migranti nei centri realizzati dall'Italia in Albania. La ragione non è una violazione normativa nell'esternalizzazione delle procedure d'asilo, che ha ricevuto il plauso anche dall'Unione europea. Secondo i giudici, come ha spiegato Meloni in conferenza stampa dal Libano, "non esistono Paesi sicuri. Quindi comunico ufficialmente che il problema non c'è in Albania, il problema è che nessuno potrà essere mai più rimpatriato. Il problema è che tu non puoi respingere la gente, il problema è che tu non puoi fare nessuna politica di difesa dei tuoi confini".

Nella sua arringa l'avvocato Giulia Bongiorno ha sottolineato a varie riprese che quello che il ministro Salvini ha fatto nel 2019 non era una battaglia contro i migranti ma "contro chi confonde le pretese e i diritti. Ma usare a sproposito il termine diritto è molto pericoloso, innanzitutto per i diritti". E ha aggiunto, utilizzando un termine impiegato da Malta nei giorni del caos sulla nave Open Arms, "non esiste il diritto di bighellonare per due settimane con i migranti a bordo, pur di non ottemperare un divieto. Non esiste il diritto di rifiutare le indicazioni degli Stati delle zone di ricerche e soccorso.

Non esiste il diritto di scegliere dove, quando e come fare sbarcare i migranti e quanti migranti. Non esiste il diritto di ignorare le offerte di aiuto, né quello di di rifiutare ogni soluzione".

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