«Mai autorizzate azioni illegali»

Marianna Bartoccelli

da Roma

Il direttore del Sismi non recede di una virgola nelle quattro ore di audizioni avute con il Comitato per il controllo dei servizi. Il Sismi e lui non sono stati coinvolti nel rapimento di nessuno, e tantomeno di Abu Omar. E la «relazione lunga, preparata, documentata», come l’ha definita il presidente del Copaco, Claudio Scajola, accompagnata da numerosi faldoni, impone un seguito all’incontro previsto per il 19 settembre. Tranne che per il risvolto processuale di Milano, anche il dibattito sul cambio dei vertici dei Servizi sembra così andare in ferie, sino al prossimo mese, quando si dovrà cominciare a tirare le fila di tutta la vicenda. Intanto Scajola ha ribadito quanto gli ha comunicato il premier Prodi un paio di giorni fa, e cioè che la vicenda è coperta dal segreto di Stato, e Pollari quindi non può opporre i fatti coperti dal segreto alle accuse dei magistrati.
Ad un orario insolito, domenica a mezzogiorno, il Copaco ha finalmente incontrato Nicolò Pollari, e per quattro ore il direttore del Sismi ha letto la sua lunga relazione ed è stato sottoposto ad una fila di domande dei componenti del Copaco, quasi tutti presenti con trolley e borse da viaggio pronte nella portineria di Palazzo San Macuto. Si è parlato soprattutto di Abu Omar e delle accuse dei procuratori milanesi sul ruolo del Sismi nelle operazioni di rapimento del sospettato terrorista islamico. «Nessun coinvolgimento del Sismi», ha ribadito Pollari, ripetendo la stessa tesi già sostenuta nell’incontro con il Copaco della precedente legislatura. «Nessuna operazione in contrasto con le leggi italiane è stata autorizzata da me», ha riferito il presidente Scajola sintetizzando ai giornalisti la difesa di Pollari e riaprendo così la questione di fondo. Chi è stato coinvolto degli italiani nell’operazione di «prelievo» di Omar da parte della Cia? I funzionari del Sismi coinvolti, come accusano i Pm di Milano, lo hanno fatto su ordine del loro capo Pollari o autonomamente, anzi con la disapprovazione del loro capo, come ripete da tempo lo stesso Pollari? I termini della questione sono rimasti sostanzialmente questi, e dopo aver ripetuto la fiducia nei confronti di Pollari e dell’operato dei Servizi in questi lunghi anni, il presidente Scajola ha annunziato che l’audizione riprenderà il 19 settembre, mentre il 20 verrà sentito il sottosegretario Micheli. Le audizioni dovrebbero continuare con i ministri degli Esteri, dell’Interno e della Difesa e poi con il procuratore responsabile dell’inchiesta Abu Omar, Armando Spataro. «Ma prima - sottolinea il vicepresidente del Copaco, il diessino Massimo Brutti - e subito dopo l’audizione di Micheli, dovremmo preparare la relazione per riferire in Parlamento. È necessario conservare ogni riserbo ma bisogna riferire presto all’Aula, vista la gravità delle questioni. Dopo la prima relazione al Parlamento potremo continuare con le altre audizioni». Su questo il Comitato non ha ancora definito una posizione comune, si deciderà se chiudere una prima parte della vicenda o andare avanti dopo la seconda audizione di Pollari. La preoccupazione di molti commissari è quella di fornire elementi utili al governo in previsione dei cambi dei vertici dei servizi di intelligence. La vicenda Abu Omar si intreccia con quella delle intercettazioni e nell’elenco delle audizioni fissate compaiono anche quelle dei responsabili delle diverse società telefoniche che sono state coinvolte. «Certo che parleremo di Telecom e intercettazioni, è impossibile non occuparsene», sostiene Emanuele Fiano dell’Ulivo.

Il presidente Scajola ha infine ribadito il suo parere positivo sull’inchiesta della magistratura milanese, ma ha voluto raccomandare sia ai magistrati che alla stampa di non trasmettere i nomi di personaggi dei Servizi coinvolti per motivi di sicurezza.

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