Marassi vietato, il Milan debutta senza tifosi

da Genova

Era nell’aria da giorni. Ora è anche ufficiale: Genoa-Milan domenica pomeriggio sarà out per la tifoseria rossonera organizzata. Lo ha deciso il prefetto di Genova Giuseppe Romano dopo la riunione del comitato provinciale per l’ordine pubblico e la sicurezza. L’ordinanza prefettizia chiude il settore dello stadio riservato agli ospiti, la cosiddetta «gabbia», che ha una capienza di 2.080 posti. Dopo aver ascoltato la relazione della Digos e il questore di Genova Salvatore Presenti, il prefetto ha deciso di vietare la trasferta agli ultras rossoneri. «Una scelta dolorosa, ma necessaria», dice Romano perché il clima che si respira attorno alla partita non è dei migliori.
Le due tifoserie tornano a incontrarsi dopo dodici anni da quel 29 gennaio 1995 quando il genoano Vincenzo Spagnolo venne accoltellato dal milanista Simone Barbaglia. Nell’ordinanza si legge che «i supporter genoani più accesi, attraverso messaggi farneticanti messi in rete, hanno manifestato l’intendimento di attuare iniziative violente nei confronti dei tifosi rossoneri». Ma il provvedimento disposto dal prefetto - è bene ricordarlo - non chiuderà le porte dello stadio a tutti i tifosi del Milan. I milanisti potranno comprare un biglietto negli altri settori recandosi direttamente a Genova fino a sabato sera alle 19. Domenica, invece, tutti i botteghini di Marassi rimarranno chiusi. «Io non posso certo vietare a ogni sostenitore rossonero di venire a Genova - spiega Romano -, l’ordinanza si rivolge alle frange estreme delle due tifoserie». Per questo motivo le forze dell’ordine saranno destinate al pattugliamento delle zone nevralgiche della città: dai caselli autostradali ai punti di ritrovo della tifoseria rossoblù.
La decisione di chiudere il settore ospite, come prevedibile, ha scatenato un mare di reazioni a livello politico e sportivo. Per l’assessore comunale di Milano alle Attività produttive, Tiziana Maiolo, «penalizzare una tifoseria impedendole l’accesso allo stadio non serve a niente, anzi incoraggia la violenza di quei pochi idioti che scambiano lo stadio per il tempio dell’anarchia. I tifosi milanisti sono persone perbene ed è per questo che il provvedimento del prefetto di Genova che definisce l’incontro a rischio mi stupisce». Meno tranciante il commento del presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, che senza entrare nel merito della decisione del prefetto, giudica «doloroso che a distanza di tanti anni dalla morte di Spagnolo, non vi sia ancora il clima utile per disputare una partita di calcio. Comunque mi rimetto alla volontà del prefetto che avrà valutato tutti i pro e i contro della situazione».
I più dispiaciuti sono gli stessi calciatori: dopo Gattuso anche Cristian Brocchi ieri non ha fatto mistero della sua amarezza: «Come calciatore è una decisione che mi fa male.

Mi piacerebbe entrare in campo e sentire sempre i cori dei tifosi. Da padre sarebbe importante avere la serenità di portare i figli allo stadio». E rammaricato si è detto anche Enrico Preziosi: «Genoa-Milan senza tifosi per me è una sconfitta».

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