Francesco Kamel
da Roma
Si apre una stagione politica complessa per An che è chiamata a mettere alla prova il nuovo equilibrio interno in un momento di instabilità della Cdl. Il «decisionismo» espresso dalla restaurazione finiana deve infatti essere compiutamente metabolizzato e rilanciato sul piano operativo. I problemi della Cdl chiamano il partito a scelte forti e unitarie anche per rilanciare Gianfranco Fini come figura centrale della coalizione. Rispetto ai temi politici che caratterizzano il dibattito politico, An è schierata in primo luogo contro la rinascita del «Centro» che smonterebbe il bipolarismo e ricaccerebbe la Destra italiana ai margini del sistema politico. Per lo stesso motivo, Fini non vuole il proporzionale che indubbiamente alleggerisce i vincoli di coalizione. Anche per questo, oltre che per lealtà, Fini si è schierato al fianco di Berlusconi e non dà sponde alla fronda dellUdc. Ma il leader di An non vuole perdere i centristi - con cui si confronta in unottica di mediazione - perché vuole evitare, oltre che una sconfitta elettorale, anche un eccessivo appiattimento della coalizione sulla Lega. Per questo Fini non ha avallato le mosse anti-Udc e i toni muscolari suggeriti da alcuni collaboratori del premier. La linea della mediazione imbeccata (e intrapresa personalmente) da Fini nei giorni scorsi è stata sostanzialmente adottata dal premier. Ma anche Fini ha dovuto accettare la decisione di Berlusconi che vuole riaggregare i pezzi di Cdl che si sono persi per strada a cominciare dallAlternativa Sociale di Alessandra Mussolini. Ma laccordo con la Mussolini è tanto realisticamente necessario per la Cdl quanto profondamente indigesto a buona parte di An tanto che in via della Scrofa, loperazione «ceravamo tanto odiati» si preannuncia difficile.
Allo stesso tempo, il partito è chiamato a fornire una posizione univoca sulla prospettiva del partito unitario del centrodestra. Fini in passato ha rimandato il discorso a dopo le elezioni, alcuni - Urso e Gasparri - vogliono accelerare i tempi mentre altri - Alemanno e Storace - non sono mai stati entusiasti. Soprattutto per molti esponenti della (ex?) corrente Destra protagonista, tradizionalmente filoberlusconiana, lapprodo al partito unitario rappresenta un modo per uscire dalle dinamiche interne che, da un po' di tempo, sono penalizzanti. Inoltre, in An cè un radicamento territoriale e una capacità di raccogliere preferenze e tessere decisamente superiori rispetto agli altri possibili «affluenti» del partito unitario. In un clima generale di ritorno al proporzionale potrebbe fare comodo, tanto da portare ad un ripensamento sulla difesa del maggioritario. Tenuta interna di An, capacità di mediazione con gli alleati, scelte sul partito unitario e sul sistema elettorale: su questo Fini (con An) si gioca la possibilità di crescere nella Cdl e magari di soddisfare i due requisiti indicati da Berlusconi per una successione. Rispetto alle sollecitazioni esterne e alle dinamiche interne, il «ritorno al partito» assicurato da Fini appare comunque fondamentale.
La «riappropriazione» di An da parte del suo presidente inizia da subito, con la ripresa dellattività politica. Il primo appuntamento di Fini col suo «popolo» è per il 10 settembre alla Festa tricolore di Mirabello, mentre il 12 sarà a Cerignola. Inoltre Fini, nellarco di due mesi, farà tappa in tutte le regioni. Il tour inizierà in Toscana il 9 ottobre e terminerà l11 dicembre in Puglia. Per quanto riguarda gli appuntamenti «interni», il 23 settembre ci sarà il vertice con il responsabile dellorganizzazione Marco Martinelli e i coordinatori regionali per mettere a punto la strategia di rilancio sul territorio mentre il 24 si terrà la Direzione Nazionale. Nelloccasione, Fini completerà lorganigramma del partito e in particolar modo lesecutivo politico. Non è tutto. Al momento è in atto un monitoraggio delle federazioni provinciali. Sotto osservazione soprattutto quelle di Napoli e Roma. Inoltre, si dovrebbe «tornare» sui coordinatori regionali con una «limatura» sulle recenti nomine.
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