La Margherita sacrifica gli embrioni all’Unione

Anche l’azzurro Quagliariello contro i centristi: «Per alcuni i princìpi della vita sono elastici». E a Strasburgo il Ppe appoggia la posizione di Fi e Udc contro la ricerca sulle cellule embrionali

Francesca Angeli

da Roma

Forse i principi non sono negoziabili, ma le discussioni su tali principi sono certamente rinviabili. Dunque per il momento è meglio non discutere di bioetica e sperimentazione sugli embrioni in Senato. Meglio per l’Unione e Prodi ovviamente.
Il centrosinistra, consapevole delle proprie laceranti divisioni interne, respinge la richiesta avanzata dalla Casa delle libertà che voleva discutere oggi a Palazzo Madama due mozioni per spingere il governo Prodi a rimettere la firma dell’Italia alla dichiarazione etica che aveva bloccato i finanziamenti europei alla ricerca sulle staminali embrionali. Firma tolta dal ministro dell’Università, Fabio Mussi, senza aver preventivamente consultato gli alleati. Iniziativa che aveva provocato la reazione durissima non soltanto del centrodestra ma anche dei cattolici della Margherita, che avevano sollecitato Prodi a rimettere la firma a quella dichiarazione e si erano detti pronti a salire sulle barricate per difendere la legge 40 e l’embrione. Ma la determinazione dei cattolici è scolorita di fronte all’ipotesi di dover votare una mozione presentata dall’opposizione, mostrando quanto fosse profonda la spaccatura interna all’Unione. E così i cattolici della Margherita hanno rimandato la difesa dei diritti a data da definire. Con 159 no e 150 sì l’assemblea del Senato ha respinto la richiesta dell’opposizione di esaminare le mozioni presentate una dall’Udc con Rocco Buttiglione e l’altra da Gaetano Quagliariello di Forza Italia e da Alfredo Mantovano di An.
E come spiegano la loro decisione i cattolici della Margherita che avevano chiesto esattamente le stesse cose che chiedeva la Cdl nelle mozioni? Per tutti risponde la senatrice, Paola Binetti, l’ex presidentessa del Comitato Scienza e Vita. La Binetti spiega che le sue convinzioni restano le stesse ma che ha «votato compatta con la maggioranza perché in attesa di ascoltare ciò che diranno giovedì in Senato i ministri Turco e Mussi».
Insomma la Binetti promette che se la risposta del governo non la convincerà presenterà una sua mozione. Intanto però la Binetti insieme ai senatori Luigi Bobba e alla Baio Dossi vengono duramente contestati durante un convegno del comitato Scienza e Vita, che presentava il suo manifesto ad un anno dalla vittoria al referendum.
E sui cattolici della Margherita convergono anche le critiche della Casa delle libertà. «Tra i valori non negoziabili e le ragioni della coalizione la Margherita ha scelto in maniera netta decidendo di sacrificare gli embrioni», dice il senatore azzurro Marcello Pera. Anche per Quagliariello «il significato politico di questo voto è evidente: quando si passa dalle dichiarazioni di principio ai fatti, allora, per alcuni laici e cattolici che dicono a parole di tenere al principio della vita, questo principio diventa elastico».


Intanto a Strasburgo la posizione radicalmente contraria all’utilizzo di embrioni nella ricerca sulle cellule staminali, sostenuta dagli eurodeputati di Forza Italia e dall’Udc, ha ottenuto il sostegno della maggioranza del gruppo Ppe, in vista del voto sul VII programma quadro comunitario di ricerca che si terrà domani.

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