Marietta, una vita in eredità

Pier Luigi Gardella

«Marietta» è il libro Marcello Montaldo, avvocato genovese in pensione che, come lui stesso dice, legge e scrive a Bogliasco. Già dal sottotitolo, «Quasi una storia vera», esso si annuncia come un romanzo scritto tenendo ben presenti i documenti storici. Il che consente all'autore di effettuare un'accurata indagine sulla condizione femminile di fine ottocento nella provincia padana, che sta tra l'Emilia, la Lombardia, il basso Piemonte e la Liguria. L'agile scrittura rende la lettura interessante e gradevole.
La storia è di per sé semplice: Marietta, una ragazza di famiglia benestante che vive all'ombra del fratello che studia, ma lei non può, non deve.
Il fidanzamento con uno sconosciuto che a Marietta «non dispiace»; un matrimonio che va in crisi dopo pochi anni, sia per la mancanza di figli, sia per la volgarità del marito, un signorotto di campagna, presuntuoso e un po' galletto. La fuga dal talamo, il ritorno a casa sul carro del contadino, la malinconia di ritrovare la campagna della sua infanzia. Ma alla delusione si aggiungono altre delusioni: la separazione no, sarebbe uno scandalo, il fratello è magistrato, la sua carriera sarebbe compromessa. Il rischio di denuncia per abbandono del tetto coniugale, la perdita della dote e del «fardello», la vita che diventa solitudine e nient'altro. Poi la scomparsa dei genitori, del fratello, ed infine la piccola vendetta postuma, verso il mondo e verso la famiglia, il suo testamento che lascia ai poveri del Comune i suoi beni.
Ed è proprio con l'asta dei beni di Marietta che inizia il libro, offrendoci la prima di tante interessanti narrazioni che ci descrivono la vita di quella terra padana. Ma tutto il libro, in effetti, è un'analisi, un'introspezione nella vita di quella società di fine ottocento, mirata alle «apparenze» e dove la donna con un matrimonio fallito alle spalle, non riceve nulla se non la consapevolezza della sua umiliante condizione. Come una lontana eco, raggiungono il paese di Ponterile, le notizie delle vicende italiane, dalla sconfitta di Dogali, alle repressioni di Bava Beccaris, dal primo sorgere del socialismo ai lutti della Grande Guerra e subito dopo della «spagnola».
E Marietta ne è consapevole, si informa, legge tutti i giorni la «Provincia Pavese», ma continua a rinchiudersi sempre più in sé stessa, convinta dell'inutilità della sua vita, e con il solo desiderio di scomparire: «fuori del paese tutto le sembrava ostile e temibile».
L'intera vicenda è abilmente intrecciata ai fatti di fine ottocento ed inizio novecento: il carattere forte ed impetuoso di Marietta di fronte ad una società dove la donna è solo la «padrona» di casa, ma in fondo non conta niente, la fa anticipatrice della battaglia che condurranno per la loro emancipazione le donne del novecento.

Marietta ne esce sconfitta e la sua unica conquista è solo la consapevolezza di scomparire come aveva sempre desiderato, mentre si avvicina alla morte con la serenità che, come riflette don Girolamo, il suo parroco, non era nemmeno fiducia in un'altra vita.
Marcello Montaldo, Marietta (Quasi una storia vera) Ed. Il Filo, Roma, 2005

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