Marrazzo, grandi manovre in vista del 2010

ACCORDI La frenetica attività del governatore non risparmia nemmeno la Lait, la cui gestione societaria è oggetto di inchiesta

Marrazzo, grandi manovre in vista del 2010

Manca quasi un anno, ma in Regione per la maggioranza di governo sono già partite le grandi manovre in vista delle elezioni del 2010. Il presidente-commissario Piero Marrazzo, invece di sfruttare l’ultimo scampolo della sua amministrazione per adoperarsi alla realizzazione concreta di almeno qualcuno degli obiettivi individuati e sottoscritti nel patto di fine legislatura, stringe intese e firma provvedimenti di nomina per cercare di rinsaldare, se non addirittura arricchire, la coalizione del centrosinistra regionale. E se fino a qualche settimana fa era ancora una chimera parlare di un’ipotetica intesa della maggioranza a guida Marrazzo con l’Udc ora, dopo l’esperimento per la verità non tanto riuscito dei ballottaggi nella nostra regione, si può cominciare a dare la notizia almeno in via ufficiosa. E c’è anche chi azzarda di più.
«È un patto pre-elettorale in piena regola quello che è stato sancito tra l’Udc e il presidente Marrazzo con la nomina a direttore dell’Istituto per il Mediterraneo di Domenico Alessio - chiosa il consigliere del PdL, Donato Robilotta -. Ci vuole poco a ricordarsi le parole del governatore del Lazio e degli esponenti della sua maggioranza che, quattro anni fa, criticavano a squarciagola l’operato di Alessio come direttore generale dell’azienda ospedaliera San Camillo Forlanini. Le accuse al manager di amministrazione dispendiosa, di bilanci “bucati”. Senza togliere le trafile giudiziarie, concluse solo qualche mese fa, al Tar, al Consiglio di Stato e non ultimo alla Corte costituzionale sui pronunciamenti relativi allo spoil system che sono peraltro costati all’erario regionale oltre 3 milioni di euro come indennizzo per la rimozione prematura dall’incarico contrattuale dei direttori. A oggi quei fatti sono passati nel dimenticatoio per lasciare spazio a nuove alleanze. A scapito delle politiche regionali che invece languono».
Ma per l’esponente socialista la matassa delle beghe elettorali è ancora lontana dall’essere dipanata. Anzi a imbrogliare ancora di più le questioni pre-elettorali ci sarebbe il caso Lait sulla cui gestione societaria la Regione ha dato il via a una commissione d’inchiesta per fare chiarezza. «Non entro nel merito della nomina di Giancarlo D’Alessandro alla Lait - dice Robilotta - ma è giusto rendere noto il compenso previsto per il nuovo amministratore delegato: 110mila euro all’anno. Con la sua nomina, poi, vengono espropriate tutte le competenze dell’attuale direttore generale. Inoltre, l’annuncio di una diminuzione dei posti nel consiglio di amministrazione è solo fittizia, dal momento che il nuovo statuto prevede la nomina di un comitato di vigilanza e di un vice direttore generale. Per cui, in questo preciso momento invece di elargire poltrone sarebbe il caso che l’assessore alla Tutela dei consumatori, Vincenzo Maruccio, dia il via a una commissione d’indagine per scoprire quale ragione ha portato la giunta a bloccare la gara sul Recup mandando in fumo milioni di euro. L’assessore deve rispondere anche se corrisponde al vero che alla carica di vice direttore si vuole nominare un personaggio legato ad una grande società di informatica che lavora già con l’ente». Ma c’è dell’altro sulla questione Lait.

«È necessario fare chiarezza - conclude Robilotta - sul fatto che la Regione potrebbe indire un’apposita gara per acquisire un nuovo supporto informatico attraverso una scatola vuota come la società Asclepion». Altro che corsa agli accordi pre-elettorali, la vera corsa è quella per appalti e poltrone.

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