Mauritania, preso il capo dei rapitori degli italiani: era al soldo di al Qaeda

Arrestato l'uomo che guidò i sequestratori che venerdi scorso hanno rapito la coppia italiana nel deserto tra la Mauritania e il Mali. A fine operazione avrebbe ricevuto 22mila dollari da al Qaeda

Mauritania, preso il capo 
dei rapitori degli italiani: 
era al soldo di al Qaeda

Nouakchott - Era stato assoldato dall’al Qaeda del Maghreb islamico (Aqmi) con il compito di "sorvegliare e localizzare" la coppia di italiani, "con la promessa di un compenso di 22 mila dollari da riscuotere a operazione completata". Lo avrebbe confessato lui stesso, Abderrahmane Ben Meddousecondo, il maliano arrestato oggi dalle autorità mauritane. Lo rende noto l’agenzia Nuova Cina, aggiungendo che il capo dei sequestratori di Sergio Cicala e di sua moglie Philomene Kabouree, rapiti venerdì scorso, è stato arrestato mentre era a bordo di un 4x4, mentre cercava di lasciare la zona di Kobeny per rientrare in Mali. 

Il rapimento Sergio Cicala e sua moglie Philomene, originaria del Burkina Faso ma con passaporto italiano, erano diretti nel paese di origine della donna per trascorrere il Natale con il figlio 12enne. Dei due, che viaggiavano a bordo di un fuoristrada con targa italiana, successivamente ritrovato crivellato di colpi, si sono perse le tracce da venerdì notte quanto presumibilmente sono stati intercettati da predoni del deserto e portati in un luogo sconosciuto.

Farnesina: linea del silenzio L'unità di crisi della Farnesina per evitare di danneggiare i due rapiti ha deciso di adottare la linea del silenzio stampa, risultato vincente in analoghe vicende precedenti: "E una linea che ha pagato", ha puntualizzato il portavoce del ministero degli esteri, Maurizio Massari, intervistato da Sky Tg24. Come sempre in queste circostanze, Massari ha assicurato che la Farnesina "ha attivato tutti i canali" a sua disposizione per arrivare quanto prima alla soluzione di questo sequestro.

Ha ricordato quindi che ieri dalle autorità mauritane è stato assicurato - in colloquio telefonico del ministro degli esteri, Naha Mint Mouknass, con Franco Frattini - la "piena collaborazione" nelle operazioni di ricerca della coppia italiana rimasta vittima di un agguato, venerdì scorso, nel deserto al confine tra la Mauritania e il Mali.

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