Quando Mazzini incontra un dj nasce il Disco Risorgimento. E' una festa della cultura e della commistione, il nuovo spettacolo teatrale di Edoardo Sylos Labini. Uno spettacolo che fonde passato, presente e futuro; parola e azione, tradizione e musica elettronica. Sylos Labini è un attore e un autore appassionato di storia e anche di quella storia un po' scomoda che troppo spesso è rimasta invischiata nella palude del politicamente corretto. Da queste attitudini nasce un nuovo linguaggio teatrale a metà strada tra la rappresentazione futurista dello spettacolo e quella moderna. Una consolle con un dj, un posto qualunque (palazzi storici, biblioteche, aeroporti e ora anche scuole), una cantante e un pubblico. Il risultato è una sinestesia: teatro che si sente e storia che si vede. Spiazzanti anche i soggetti: dal Futurismo a Italo Balbo, passando per Mazzini, il Risorgimento e la Repubblica Romana. Una rappresentazione potente in cui il suono compulsivo dell'elettronica incontra la storia che si fa parola ed emozione. Frammenti sonori, arie dell'epoca e immagini suggestive. Uno spettacolo "panico" in cui non c'è palco e non c'è platea e anche lo spettatore viene trasformato in "macchina attoriale". Ora torna in scena (anche se la scena non c'è) con Disco Risorgimento, una storia romantica insieme a Melania Maccaferri, Elisa Santarossa e il dj Antonello Aprea. La regia è di Alessandro D'Alatri.
Sylos Labini, come mai uno spettacolo su Mazzini e il Risorgimento? Sembrano temi un po' polverosi...
Perché per troppo tempo sono stati raccontati in un modo polveroso. Per anni su questo periodo storico ha pesato l'apprezzamento del periodo fascista. Ma il Risorgimento è un valore di unità nazionale, non è un valore di destra. La Patria di Mazzini è la Patria di ogni italiano.
Quello risorgimentale è messaggio che può interessare i giovani del Terzo Millennio?
Certo. E' un messaggio di unità, di forza e di vita. E' la storia di giovani, come quelli che incontro nelle scuole, che attraversavano tutto il Paese per andare a Roma e Milano, per portare avanti le loro idee. Ragazzi che in alcuni casi sacrificavano anche la loro vita per la politica. Una lezione e un insegnamento per le generazioni di oggi che spesso scendono in piazza solo per le strumentalizzazioni politiche.
Futurismo, Balbo e ora Mazzini... C'è spazio per queste tematiche nel teatro italiano?
E' la storia del nostro Paese, ma per portare avanti questi progetti ci vuole molta tenacia. Purtroppo per anni la cultura è stata appannaggio della sinistra. Un'artista, per essere tale, deve essere libero: nè di destra, nè di sinistra. Solo in Italia gli artisti fanno politica...
E ora lo spettacolo si trasferisce anche nelle scuole...
Sì, domani debuttiamo a Roma a Palazzo della Cancelleria e continuiamo fino al 5. Poi iniziamo il giro dei licei del capoluoghi del Lazio. Dal 20 al 27 marzo saremo a Milano a Palazzo Reale, il 28 al Palazzo reale di Torino e poi ad Alessandria.
Progetti per il
futuro?Molti. Tra poco uscirà l'audiobook di disco Risorgimento, in estate rirpenderò la tournè di Italo Balbo e poi mi dedicherò al Festival il Mito di Enea a Pratica di mare.
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