Media e Oriente: cosa sta accadendo nella galassia delle tv arabe

Mercoledì 8 giugno al Circolo della Stampa la presentazione del saggio dei giornalisti Andrea Morigi e Hamza Boccolini sulla realtà del piccolo schermo nel mondo arabo

Una vera e propria galassia multimediale. Provare per credere. Parliamo di 131 canali generalisti, 119 dedicati a musica e varietà, 58 per cinema e fiction, 51 sportivi, 25 economici, commerciali e di shopping, 26 di news, 21 per bambini, 23 culturali, 12 di documentari, 11 interattivi, 13 religiosi e 4 turistici: questa, secondo l'Asbu - Arab States Broadcasting Union che raggruppa le maggiori catene televisive arabe - è l'offerta televisiva quotidiana delle tivù in lingua araba. Ogni giorno più di 700 canali satellitari diffondono trasmissioni in lingua araba verso decine di milioni di antenne paraboliche installate sui tetti del Medio Oriente, sulle case e i balconi degli immigrati in Europa e ovunque vi siano comunità arabofone.
Sono solo alcuni dei dati presentati nel saggio Media e Oriente (Mursia, pagg. 136; euro 12) scritto dai giornalisti Andrea Morigi e Hamza Boccolini, che viene presentato a Milano, alla Sala Montanelli del Circolo della Stampa (corso Venezia, 48), mercoledì 8 giugno alle 21.
Spiega Francesco Specchia, direttore della collana Media Mursia: "Media e Oriente è una sorta di reportage dal fronte del video di estrema attualità: nessuno - studente, esperto di comunicazione, semplice curioso - era in grado di definire esattamente la differenza tra, poniamo, le linee editoriali della formidabile Al-Jazeera e il suo diretto competitor Al-Arabiya. Né si conoscevano i passi veloci del fondamentalismo attraverso le sit comedy, i reality show, addirittura i cartoni animati. Ignoravamo il fatto che si potesse morire o ricevere una fatwa per una battuta in un talk show. Questo saggio, che ha il pregio della chiarezza e della completezza, ci aiuta a capire che cosa è accaduto e sta accadendo nell'etere del mondo arabo e anche le conseguenze che questo ha sulla politica e la cultura sociale di quei paesi".
Alle nuove generazioni del mondo islamico, ma anche a tutto l'Occidente, il panorama mediatico medio-orientale è apparso per anni un universo blindato e immutabile, concepito esclusivamente a scopo di propaganda politica, ideologica e religiosa. Quella che si apre ora è una nuova fase interna allo scontro fra le civiltà: il conflitto fra la modernità e l'immobilità e "cambiamento" sembra essere la parola d'ordine che attraversa la zona dove anche il piccolo schermo scuote quei popoli finora paralizzati fra l'ordine garantito dai regimi autoritari e la tentazione della guerra santa.


Media e Oriente è una efficace e documentata panoramica non solo delle principali televisioni medio-orientali da Al-Jazeera, la madre di tutte le tivù, sino a Al-Arabiya, l'emittente saudita di Dubay, sua eterna rivale; da Al Aqsa, l'arma di Hamas, ovvero la tv dei cartoon kamikaze, sino a Al-Zawraa, il volto della resistenza irachena; dai reality coranici sino alla propaganda americana accesa da al-Hurra) ma anche dei suoi palinsesti, tg, editori-emiri, talk show, mezzibusti, soap opera.

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