Unéquipe medica anglo-italiana ha compiuto a Londra il primo trapianto al mondo di trachea su un bambino, ricorrendo alle cellule staminali del paziente ricevente. Lo dichiara un comunicato dellospedale Careggi di Firenze. «Siamo davanti ad una nuova frontiera della conoscenza medica», dice nella nota il direttore sanitario dellAou di Careggi, Valter Giovannini.
Il trapianto, eseguito lunedì scorso allospedale pediatrico Great Ormond Street di Londra dal chirurgo italiano Paolo Macchiarini, che ha lavorato assieme al professor Martin Elliott e a una équipe di medici e chirurghi inglesi, è stato compiuto utilizzando la trachea di un donatore adulto italiano da cui sono «state rimosse le cellule del donatore fino a scoprire la struttura sottostante». Le cellule staminali del bambino britannico sono state poi applicate sulla struttura della trachea per favorire la ricostituzione della componente cellulare dellorgano impiantato, riducendo considerevolmente i rischi di una reazione immunitaria e quindi le probabilità di rigetto. «È la prima volta che questa procedura viene applicata a un bambino ed è anche la prima volta in cui una intera trachea è stata trapiantata», si legge nella nota. A 5 giorni dalloperazione il decorso post operatorio del bambino di circa 10 anni procede regolarmente.
La tecnica messa a punto da Macchiarini consiste nellutilizzo di una trachea prelevata da cadavere, utilizzando il corpo del bambino come bioreattore naturale. Mediante un procedimento di laboratorio, un «lavaggio», per leliminazione di tutte le cellule viventi del donatore si ottiene una impalcatura anatomica inerte che, a differenza degli altri trapianti con tessuti vitali, non può attivare reazioni di rigetto. La trachea «decellularizzata» dopo limpianto ha cominciato a rigenerarsi con le cellule proprie del paziente (staminali e respiratorie) grazie ai naturali processi riparativi e a fattori di accrescimento che sono stati introdotti nella trachea allinizio dellintervento chirurgico. Questo tende ad escludere il rigetto non rendendo necessarie le relative terapie.
Il bambino aveva una trachea di dimensioni ridotte che non cresceva a causa di una stenosi di un lungo segmento tracheale. Secondo i medici inglesi «era come cercare di respirare attraverso una cannuccia, una condizione che mette a rischio la vita». Lorgano utilizzato per il trapianto è stato prelevato da un donatore il mese scorso allospedale di Livorno.
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