Mediolanum: utili in salita del 42% Ma scivola in Borsa

Doris: «Difficile un riassetto tra azionisti. La società resterà non contendibile»

da Milano

Il gruppo Mediolanum ha chiuso l’esercizio 2005 con un utile netto consolidato pari a 233 milioni di euro, in crescita del 42% sull’anno precedente. Le masse amministrate sono cresciute del 17% a 30,4 miliardi, mentre il «valore intrinseco» (il parametro patrimoniale usato nel settore assicurativo, solitamente chiamato all’inglese embedded value è salito del 18% a 2,95 miliardi). I conti del gruppo sono stati approvati ieri dal consiglio di amministrazione che proporrà all’assemblea un dividendo unitario di 0,2 euro per azione, in crescita del 43%. Considerando l’acconto di 0,085 euro per azione pagato a dicembre, il saldo che verrà staccato il prossimo 22 maggio sarà di 0,115 euro per azione.
A livello di raccolta lorda, il gruppo ha chiuso il 2005 con 6,27 miliardi, in crescita del 16%. Sul mercato nazionale l’utile ha registrato una crescita del 45%, a 250 milioni, con masse amministrate per 27,55 miliardi (più 18%) e una raccolta di 5,75 miliardi (più 17%). La differenza tra l’utile prodotto in Italia e l’utile di gruppo nasce da una serie di svalutazioni avvenute in Germania.
I premi lordi vita sono ammontati a 2,46 miliardi (più 6%), la raccolta lorda dell’asset management a 1,92 (più 37%). La raccolta netta è stata positiva per 1,55 miliardi (più 22%), e la raccolta del risparmio gestito è stata positiva in tutti i mesi dell’anno. Banca Esperia (joint-venture con Medibanca) ha chiuso l’anno con un utile netto di 15 milioni (più 76%) e masse amministrate in aumento del 17% a 5,67 miliardi.
Quanto al 2006, «il primo trimestre sta andando molto bene - ha riferito l’amministratore delegato Ennio Doris -. Stiamo raccogliendo tantissimi fondi comuni, stiamo facendo più del doppio rispetto allo stesso periodo del 2005». Sull’azionariato di Mediolanum, Doris ha detto: «Credo che sia difficilissimo un cambiamento. Io sono pronto a crescere: sono già salito dal 35% al 38% e se dovesse accadere qualche cosa da parte dell’azionista Fininvest, parte delle azioni messe in vendita finirebbe alla famiglia Doris in modo che l’azienda resti non contendibile».

E sull’ipotesi di un’aggregazione con Capitalia presisa: «Sono solo illazioni dei giornali. Ma io ammiro Matteo Arpe». Ieri in Borsa Mediolanum si è mossa in terreno pesantemente negativo, chiudendo la seduta con una perdita del 3,8 per cento a 6,65 euro.

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