Meno male che c’è la Scozia. Canavosio le regala il cucchiaio

RomaLa zampata arriva da dietro le spalle. Porta la firma di Pablo Canavosio, leone di Viadana che si fa trovare nel corridoio giusto al momento giusto per colpire la smagliatura nella difesa scozzese. Ȓ la meta che allontana dalla credenza italiana il cucchiaio di legno. Un’Italia che si conferma in crescita, che mostra maturità e che nei momenti decisivi della partita sa come comportarsi. Al Flaminio finisce 16-12 al termine di una partita brutta per l’estetica ma estremamente avvincente nei contenuti.
La Scozia rispetta le consegne di un tema già visto al Millennium nella sfida buttata alle ortiche due settimane fa contro il Galles. Robinson chiede ai suoi di muovere il pallone il più possibile. Lo fa contro un’Italia che in difesa diventa ermetica. Non si passa contro Gower e soci, che alzano la linea, tolgono ossigeno al movimento per linee esterne degli highlanders e prendono coscienza che il pomeriggio romano può essere di quelli da ricordare. Poco importa se la Scozia va meglio in rimessa laterale, poco male se qualche interpretazione arbitrale regala a Parks le opportunità di pareggiare i conti dopo l’1-2 dalla piazzola che permette a Mirco Bergamasco di portare gli azzurri avanti nel punteggio.
È un’Italia concreta che si permette anche il lusso di perdere qualche pallone come del resto fanno anche i suoi avversari. Una partita perfetta per il gioco in situazione di rottura, palloni di recupero, difese prese in contropiede che hanno il pregio di riorganizzarsi senza troppi affanni. Ma gli azzurri hanno il merito di tenere botta, 110 placcaggi, una percentuale di efficacia nella fase difensiva pari all’88 per cento. Una rivoluzione rispetto alle due precedenti partite, ma non è una passeggiata con la Scozia. Il piede di Parks ci manda negli spogliatoi in perfetta parità con l’adrenalina che viaggia a mille.
Nella ripresa vanno avanti gli scozzesi, ancora con il piede di Parks. Un brivido corre lungo la schiena per un paio di penetrazioni di Jacobsen che arriva fino a un centimetro dalla linea di gesso difesa dagli azzurri. Pearson per due volte ricorre alla moviola che nella circostanza serve a poco. Nel primo caso Massimo Cuttitta, assistant italiano della Scozia di Robinson, è pronto a giurare che la meta è sacrosanta. Storia diversa sulla seconda chiamata del direttore di gara. Qui l’ex capitano azzurro non ci mette la mano sul fuoco. Perse le due occasioni, arriva la svolta del match, dopo che Mallett richiama Tebaldi e butta in campo Canavosio. Al 9 di Viadana chiede ritmo e continuità nelle ripartenze. Ed è lì, attorno al pacchetto, che arriva la zampata. Un break di Gonzalo Canale e il sostegno di Pablo che già a Cardiff nel 2006 firmò una meta che fece storia, quella del primo pareggio azzurro al Millennium.
La squadra di Robinson tenta una reazione, cerca la via della meta fino alla fine. Ma l’Italia oppone all’accademia degli highlanders la solida tenuta di una difesa che non lascia passare un filo d’aria.

Si finisce nella metà campo scozzese, con l’ultimo pallone tenuto a terra. È la sesta vittoria della serie, la seconda consecutiva al Flaminio. Tra due settimane ci tocca la Francia capolista. E non sarà la solita Italia.

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